La sonda spaziale che si occupa di monitorare e studiare il campo magnetico di Giove, lanciata dalla NASA a bordo di un razzo Atlas V (un tipo di veicolo di lancio non riutilizzabile) dalla Cape Canaveral Air Force Station in Florida il 5 agosto 2011 per la missione Juno, è finalmente riuscita a farci avere scatti surreali del pianeta più grande del sistema planetario.

Foto che riportano immagini dipinte da Van Gogh, con pennellate e giochi di colore degni solo di un grande artista. Del più grande artista di tutti: la Natura.

Il campo magnetico irregolare di Giove rilevato dalla sonda spaziale

Sulla superficie di questo gigante gassoso possiamo osservare masse cicloniche polarizzate della dimensione della nostra Terra, e un gigantesco e irregolare campo magnetico che starebbe a indicare che si sia generato più vicino alla superficie del pianeta rispetto a quanto finora ipotizzato, almeno stando alla dichiarazione del dottor Jack Connerney, il capo del reparto strumentazione MAG (settore di ricerca sul magnetismo della NASA). Il campo magnetico di Giove si sarebbe formato inoltre sopra uno strato di idrogeno metallico.

Lo scopo della missione spaziale: studiare l'origine dei pianeti e dei loro campi magnetici

Lo scopo della Missione spaziale Juno per cui questa sonda è stata lanciata in orbita è proprio quello di studiare come si siano generati i pianeti del Sistema Solare e i loro equilibri magnetici nel corso dei quattordici miliardi di anni che ci separano dal Big Bang.

Per farlo, si è scelto proprio Giove, il pianeta con il campo magnetico più intenso di tutti: stando ai dati raccolti dal magnetometro a disposizione della missione Juno si è scoperto che il campo magnetico del pianeta eccede le aspettative di 7760 Gauss (unità di misura del campo magnetico), che è di ben dieci volte superiore al campo magnetico della Terra.

Un lungo viaggio durato cinque anni

Il viaggio della sonda partita per la missione Juno è stato lungo e faticoso: cinque sono stati infatti gli anni che le sono serviti per percorrere i circa settecento milioni di chilometri che separano la Terra da Giove. Dopo cinque lunghi anni, il 4 luglio 2016 è finalmente entrata nell'orbita del pianeta, collezionando scatti che la NASA rende ora finalmente pubblici.

Il motivo di tanta attesa è la comprensibile lentezza nella trasmissione dei dati, causata dall'enorme distanza del pianeta da noi: per trasferire sei megabytes fino alla Terra è necessario un giorno e mezzo (le fotocamere dei nostri cellulari fanno foto anche oltre i sedici megabytes, per dare un'idea del peso che potrebbero avere quelle scattate da una sonda spaziale con strumentazioni molto più sofisticate di quelle dei nostri smartphone).

Ora, grazie a questa missione dal costo "irrisorio" di settecento milioni di dollari (il Programma New Frontiers nell'ambito del quale è stata progettata prevede infatti la realizzazione di sonde spaziali a basso costo), possiamo finalmente goderci anche da casa queste immagini che, più che fotografie, sembrano dipinti di un grande artista (a questo link trovate anche una collezione di bellissimi scatti spaziali collezionati nel 2016).