Sono cinque le città creative in Italia: Bologna, Roma, Parma, Torino e Fabriano. L'iniziativa promossa dall'Unesco nel 2004, riunisce 116 città in 54 paesi e, con il bando 2017, punta ad allargare ulteriormente le sue maglie per promuovere la cooperazione internazionale tra e con i centri urbani che individuano nella creatività un driver strategico per la rigenerazione urbana e lo sviluppo sostenibile.

Perché le città?

Per rispondere a questa domanda è bene pensare al diffuso capitale sociale presente, ed agli inevitabili processi di innovazione da attivare.

Le città, infatti, sono un cantiere sempre aperto, dove si studiano e sviluppano strategie che, soprattutto negli ultimi anni, riconoscono alla cultura e alla creatività il vero ruolo di forza propulsiva del cambiamento, della promozione della coesione sociale, del dialogo interculturale e del benessere cittadino.

L'Unesco creative cities Network offre, quindi, l'occasione di avviare progetti di collaborazione per alimentare il focolaio delle idee, sostenendo la nascita di imprese creative e di industrie culturali che, su una base comune impostata sulla partecipazione, possono costruire uno sviluppo sostenibile.

Ci sono città in Italia che hanno interesse a fare la differenza?

Si spera proprio di sì.

C'è tempo fino al 16 giugno per rispondere alla call e per tentare di entrare in questo laboratorio di idee, ponendo la creatività e le industrie culturali al centro di un processo virtuoso di riqualificazione sostenibile delle politiche urbane di sviluppo, modificando i luoghi, causando la rinascita, mostrando il tessuto culturale della città, e riqualificando i modi di vivere.

I campi della creatività per cui si può concorrere sono: letteratura, design, folk art, cinema, musica, media arts e gastronomia. All'Italia mancano, ad oggi, le città della letteratura (eppure non abbiamo nulla da invidiare ad altri paesi), e le città media arts, ovvero quelle in grado utilizzare le nuove tecnologie, per creare un fenomeno culturale che tocchi la net art, le network installations, la software art e il mondo digitale.

Le realtà urbane che avanzeranno la propria candidatura e che supereranno la selezione, verranno inserite dal direttore generale dell'Unesco nel novero delle Creative Cities. In tal modo, esse potranno utilizzare il logo specifico creato per ogni città, partecipando anche agli incontri annuali. Nel 2013, il settimo meeting internazionale si è tenuto a Bologna, mentre quest'anno si terrà in Francia.

Le Creative Cities ogni quattro anni dovranno produrre un documento di monitoraggio; un report in cui mettere in evidenza le partnership, le strategie e le politiche più efficaci da promuovere, ma anche i relativi punti di debolezza. Il laboratorio di idee e di esperienze innovative, infatti, punta a sfruttare tutto il potenziale della cultura e della creatività per rigenerare e riqualificare le città. Basta crederci e compilare l'apposito form disponibile al sito dell'Unesco.