Alessandro Sardelli ha 19 anni è nato a Marino ma ha sempre vissuto a Cecchina, frazione di Albano Laziale. E' figlio unico e proviene da una famiglia umile e operaia, suo padre è elettricista e sua madre fa la casalinga. Fin da piccolo ha avuto la passione per il Cinema però non pensava minimamente di fare l'attore, poi un giorno, un suo carissimo amico gli aveva segnalato dei provini per un film su Pasolini e lui si è presentato senza sapere neanche che ruolo dovesse interpretare.
Così, non avendo mai studiato recitazione, un po’ come succedeva con gli attori dei film di Pasolini, si è ritrovato all'età di 16 anni ad affrontare un set cinematografico.
Andiamo a porre alcune domande a questo attore emergente di una piccola frazione della provincia romana.
Il tuo primo film è stato "La macchinazione", un film di David Grieco, con attori come Massimo Ranieri e Milena Vukotic uscito nel marzo del 2016 sul delitto Pasolini in cui hai interpretato Pino Pelosi, il ragazzo che venne accusato dell'omicidio Pasolini nel 1975 ad Ostia, morto lo scorso luglio in quanto malato di tumore. Come è stato interpretare il tipico adolescente dei “ragazzi di vita”ritratti da Pasolini tra microcriminalità e prostituzione maschile?
Il mio personaggio è uno di quei ragazzi di vita descritti dallo stesso Pasolini.
Per rendere più credibile questo personaggio ho cercato subito di essere umile e ingenuo. Un borgataro che ha sempre professato la sua innocenza e che avendo legami, seppur non diretti, con la malavita romana, si è ritrovato ad affrontare una situazione più grossa di lui. La chiave principale che mi ha permesso di interpretare questo personaggio è stata proprio quella di provare a capire come si sarebbe potuto sentire un ragazzo della mia età coinvolto in tale situazione.
Nel film “Manuel” di Dario Albertini interpreti nuovamente un ragazzo “difficile” con precedenti penali e in riformatorio. Il fatto di interpretare il ruolo di ragazzi difficili e complessi è un caso o ti affascina particolarmente?
Nel film Manuel interpreto il ruolo di Robertino un ragazzo del riformatorio che ha precedenti penali.
Non sono uno dei protagonisti, ma sono una pedina fondamentale che ruota attorno al protagonista Manuel (“Andrea Lattanzi”) e alla sua vita all'interno della Repubblica dei Ragazzi, una nota struttura che ospita minorenni disagiati privi di sostegno familiare.
Il fascino dell'attore è proprio quello di calarsi totalmente nei panni del personaggio che si deve interpretare in base alle richieste fatte dal regista. Però devo ammettere che il ruolo del ragazzo di strada mi ha sempre affascinato.Il film è stato di recente presentato al Festival del Cinema di Venezia.
Nel cortometraggio “Bruciateli vivi” con regia di Luca Guerini hai un ruolo completamente diverso da quelli precedenti, parlacene.
Esattamente, in "Bruciateli vivi" di Luca Guerini interpreto la parte del protagonista insieme all'attore Pietro Fornaciari che ha recitato in "Ovosodo" di Paolo Virzì.
In quest'opera il mio personaggio è totalmente diverso rispetto a quelli che ho interpretato in precedenza, qui sono uno studente benestante che brucia tutti i suoi libri e diventa un eremita.
Infine in "No one like us" con regia di Stefano Calvagna sei l'alter ego da giovane di un hooligan inglese interpretato da Adam Shaw, parlaci di questa esperienza.
In questo film di Stefano Calvagna, pellicola che vanta un cast internazionale, vestirò i panni di uno degli attori presenti in "Salvate il soldato Ryan", quando era un agguerrito hooligan.
Che progetti hai per il futuro?
A breve girerò un altro cortometraggio dal titolo "Rincorrersi" di Federico Papagna in cui mi vedrete nei panni del migliore amico del protagonista.