Ci sono Libri che trasmettono la sensazione di leggere un romanzo e guardare un film allo stesso tempo. A dettarlo è il ritmo delle frasi, la velocità delle sequenze, la profondità delle descrizioni, ma soprattutto l'idea che lo scrittore - in questo caso la scrittrice, Concita Gallo - sia come dietro la cinepresa ad osservare l'ambiente con una minuziosa attenzione al punto di vista, sia dei personaggi sia della voce narrante. Ogni capitolo si chiude come in dissolvenza e la scena successiva appare un nuovo esterno notte o interno giorno. Questo è quello che più di un intervento ha colto in "Tu che indovinavi Beethoven", al termine di un intenso pomeriggio di cultura trascorso presso il residence hotel Alla Giudecca di Ortigia con l'autrice del romanzo che narra in chiave letteraria la vicenda realmente vissuta dall'avvocato Sebastiano Raeli, tragicamente scomparso.
Il ricordo di chi non c'è più
Si dice che a donare amore al proprio impegno sia spesso il ricordo di chi ci ha preceduto. Questa corda del cuore è suonata sicuramente nelle parole di Costanza Castello, che non ha nascosto la sensazione di rintracciare le origini del proprio impegno culturale nell'attività di cui il padre, Michelangelo, è stato protagonista a Siracusa oltre la professione di stimato radiologo. Per questa ragione, Costanza Castello è talmente impegnata anche sul piano della crescita civile e sociale della propria comunità, ben oltre l'attività di impresa che segue con passione. Da qui la promozione dell'evento di ieri pomeriggio, inserito in un più vaso calendario di appuntamenti che hanno avuto luogo a Siracusa nel fine settimana.
Un omaggio alla delicatezza
Pucci Piccione è stato l'abile direttore d'orchestra di una conversazione accattivante senza mai diventare irriverente, soprattutto per la delicatezza dei temi trattati, che coinvolgevano amore e sessualità e che hanno visto il presidente dell'associazione Amici dell'Inda riuscire ad offrire spunti di curiosità ai presenti senza mai trascendere in argomentazioni che avrebbero potuto ferire la memoria dei fatti narrati o la sensibilità della stessa scrittrice, impegnata nel difficile compito di offrire un contributo affinché ciò che è accaduto non abbia a ripetersi pur nel rispetto di un amico che ha perduto la vita. Gradevoli, infine, le letture messe in scena dagli allievi dell'Accademia del Dramma Antico.