In questi giorni in cui attendiamo la formazione del nuovo governo nazionale, all’indomani delle elezioni politiche tenutesi lo scorso 4 marzo, si torna a parlare di legame del nostro Paese con l’Europa. L’impressione è che, a volte, il superbo atteggiamento di distacco dalle politiche del Vecchio Continente, più che assecondare imprescindibili esigenze di sopravvivenza economica, nutra quello scarto di civiltà che purtroppo esiste nell’ambito di abitudini quotidiane e consolidate. E’ difficile essere europei anche perché è difficile abituarsi a differenziare i propri rifiuti, a tenere le strade pulite o a pagare regolarmente le tasse.
Per questa ragione, l’Europa non può preoccupare, al contrario rappresenta un’ancora di civiltà a cui restare aggrappati per migliorarsi.
Lisbona: gli animali sono esseri senzienti
Un esempio importante riguarda il rapporto tra la specie umana e gli animali. Forse non tutti sanno cosa recita l’articolo 13 del trattato di Lisbona e crediamo che valga la pena ricordarlo a noi stessi e insegnarlo a chi leggerà questo articolo e non ne era a conoscenza: “Nella formulazione e nell'attuazione delle politiche dell'Unione nei settori dell'agricoltura, della pesca, dei trasporti, del mercato interno, della ricerca e sviluppo tecnologico e dello spazio, l’Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”.
Il trattato di Lisbona riconosce – in altre parole – che gli animali sono esseri che gioiscono e si rattristano, che provano dei sentimenti. Coerentemente, molti Stati europei hanno adattato le loro normative a questo principio banale e fondamentale. Una battaglia di civiltà che in Italia porta avanti il Movimento Animalista, di cui in Sicilia è coordinatrice Veronica Musumeci (nella foto, a sinistra).
Il grave ritardo dell'Italia
In Italia non è così. Ne sanno qualcosa anche coloro che per professione lavorano con gli animali. "I cittadini - spiega Tiziana Merlato, biologa ed esperta in analisi veterinarie - hanno il sostegno dello Stato per le cure che riguardano le persone, mentre quando è in gioco la salute degli animali le stesse detrazioni fiscali sono assolutamente irrisorie.
Il punto è che nel nostro Paese il codice civile è ancora incredibilmente fermo all’idea che gli animali siano delle cose e la Costituzione non ha ancora recepito l’idea che gli animali siano esseri senzienti. Eppure, nella vita di tutti i giorni, gli animali sono membri della famiglia in quel 30% di nuclei che hanno scelto di avere con sé un amico a quattro zampe".