Vengono alla luce i gradini dell’antico teatro ellenistico di Akragas. La sensazionale scoperta è stata illustrata dal direttore dell’Ente Parco Archeologico di Agrigento, Giuseppe Parello e dallo staff di archeologi delle università di Bari e Catania e dello stesso Ente Parco che da un anno e mezzo guidano gli scavi nella Valle dei Templi. La presenza degli antichi gradini su cui sedeva il pubblico che assisteva agli spettacoli nel teatro akragantino, viene considerata dagli esperti una conferma ulteriore dell’identificazione del teatro che da secoli si cercava ad Agrigento, nella convinzione che la potente e popolata Akragas non potesse non avere un’ampia cavea teatrale.

Più chiara adesso la forma del teatro agrigentino

Con questa scoperta si ha un’idea ancora più precisa della conformazione del teatro agrigentino e del suo posizionamento complessivo. L’indagine che ha portata alla luce i gradini è stata di tipo planimetrico ed è avvenuta lavorando sia sulla parte nord che su quella d’ovest del teatro, portando alla individuazione sia del sistema di concamerazione interna sia adesso dei gradoni della platea. L’archeologo del politecnico di Bari, Antonello Fino, illustrando i risultati dello scavo, ha sottolineato che lungo il costone roccioso a pochi centimetri dal piano di campagna è emerso un crollo di alcuni blocchi delle sedute e approfondendo tale ritrovamento è venuto alla luce un intero blocco di gradoni di pietra da seduta.

“Si tratta di blocchi che hanno tipologia abbastanza canonica, che si ritrova cioè in genere negli edifici teatrali. I gradoni sono stati assemblati progressivamente”, ha detto l’archeologo ai giornalisti che hanno partecipato alla conferenza stampa. Lo stesso studioso ha mostrato ai presenti il crollo dei gradoni di seduta che è avvenuto anche nel corridoio di distribuzione tra i diversi ranghi di sedute.

Nuova campagna di scavi in primavera

“La formazione del crollo ci mostra quasi del tutto non disassemblato un intero blocco di sedili in pietra”, ha aggiunto. Purtroppo lo stato di conservazione dei blocchi ritrovati non permette ancora di identificarne un profilo regolare, ma è possibile rilevare il profilo a cavetto sulla fronte ed è possibile costatarne le proporzioni generali.

Tutti dati che permettono di fare alcune importanti considerazioni sulla pendenza dell’invaso teatrale.Si ritiene che progressivamente scavando e, quindi, scendendo, dovrebbero diminuire i dati di curvatura e si dovrebbero intercettare altri blocchi con una rastremazione maggiore sulla fronte. Una situazione questa del crollo dei ranghi di seduta che è emersa ad una quota abbastanza alta e quasi in posizione originaria. I blocchi si presentano con una figura leggermente trapezoidali.

La speranza degli archeologi è quella di rinvenire anche blocchi quasi in posizione originaria. Comunque tale scoperta apre alla speranza di rinvenire l’intera cavea. Finita nel prossimo gennaio questa prima fase di scavi e ricerche, in primavera, grazie ad un finanziamento di due milioni di euro del Patto per il Sud, gli scavi riprenderanno in primavera e in particolare proseguiranno con ricerche col metodo stratigrafico portare alla luce anche il coro teatrale.