"Sono un soldato, sono un uomo e sono un sognatore...Voglio insegnare a chi non crede a crederci! Noi ce la possiamo fare...Anche con un tenue filo". Il virgolettato che precede è del colonnello inserito nel ruolo d'onore dell'esercito italiano e atleta paralimpico Carlo Calcagni, un uomo che con il suo esempio sta insegnando a tante persone che vivono la #disabilità ad affrontarla in un modo differente, in un modo costruttivo. Il colonnello Calcagni non ha mai pensato neanche per un secondo di dare la priorità alle sue disabilità ma ha sempre cercato e cerca di dare il meglio di sé con la parte positiva che gli resta, questo è il nucleo del suo pensiero che si coglie dalle sue interviste rilasciate a diverse testate e programmi televisivi.
Ufficiale dell'esercito con la passione per la bicicletta
Carlo Calcagni ha sempre avuto una grande passione, quella per la bicicletta, lui stesso racconta dal suo sito (www.carlocalcagni.it) che : " La bicicletta è sempre stata la mia passione, i giornali nel '95 - '96 scrivevano di me come di un ciclista d'altri tempi, Gran Fondo da più di 200 chilometri e distacchi sugli avversari che si calcolavano in minuti...Ma quella era solo passione: quando mi proposero di fare l'atleta professionista dissi di no preferendo di continuare il mio servizio nell'esercito: ero un pilota istruttore di elicottero...Un mestiere che avrei fatto anche gratis...". Il Calcagni atleta raggiunse molti traguardi ma il suo primo amore rimase sempre e comunque la sua uniforme e i valori come la legalità, la giustizia sociale, la difesa della patria che da essa trasudano.
Essere ufficiale dell'esercito italiano per Carlo Calcagni non è stato mai un mestiere, lui stesso afferma che: "Nessuno pensi che si possa andare in quei teatri di guerra a prestare soccorsi a corpi dilaniati dalle bombe, solo per un salario, anche se di tutto rispetto. Senza una fervida fede non affronti tanto dolore, tante privazioni".
Calcagni indossa l'uniforme per convinzione profonda di quei valori repubblicani che danno colore e sapore al suo esistere.
Il nemico invisibile
Era il 1996 quando l'ufficiale Calcagni era di stanza in Bosnia, a Sarajevo. In tale scenario di guerra mentre era impegnato nel servizio Medevac (ovvero evacuazione medico sanitaria) si trovò ad affrontare un #nemico nuovo: "Invisibile, senza colore, senza odore, un nemico senza faccia, senza divisa, un nemico subdolo ed efficiente: le particelle di metalli pesanti!" cosi l'alto ufficiale descrive la causa dei suoi mali.
Nel 2002 Calcagni si accorge di essersi ammalato, non ha più forze per correre in bici e persino il suo amore per il volo sembra oramai non più praticabile. Nel 2010 viene riconosciuto invalido al 100% e riformato dal ruolo ordinario dell'esercito italiano, ma neanche questo riesce a fermare la sua voglia di lottare e vincere, cosi inizia una terapia innovativa in Inghilterra, riprende a pedalare (anche se con il triciclo) la sua volontà di continuare a coltivare le sue due passioni, la divisa e lo sport, non si piega davanti alle difficoltà della malattia e della derivante disabilità. Il colonnello Carlo Calcagni passa buona parte delle sue giornate tra terapie, l'assunzione di medicinali e quant'altro legato al suo stato di disabile ma ha scelto di combattere e non arrendersi mai di fronte alle limitazioni derivanti dalla malattia.
Per questo suo modo di essere Calcagni è un esempio per tutte le persone ammalate e a tal proposito la sua vita è diventata il copione di un film - documentario dal titolo "I AM: io sono il colonnello" film, fermamente voluto da Michelangelo Gratton di Ability Channel, che ha preso forma e verrà proiettato per la prima volta il prossimo 13 aprile a Trevignano Romano, sul lago di Bracciano, a due passi dalla capitale. Un film - verità da non perdere.