«In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà» (Ingmar Bergman, La lanterna magica, autobiografia, 1987). Vogliamo iniziare da qui, dalle sue stesse parole, per commemorare il centenario della nascita di Ingmar Bergman.

Il 14 luglio 1918, nasceva a Uppsala, in Svezia, il regista che segnò più di una generazione e rivoluzionato il mondo cinematografico mondiale: per l'occasione, ieri sera in prima visione Sky Arte ha trasmesso il documentario "Bergman 100.

La vita, i segreti, il genio di Jane Magnusson (Bim distribuzione), già proiettato anche a Cannes.

Il documentario racconta l’uomo ed il professionista, con particolare attenzione al 1957, anno in cui il regista e sceneggiatore di cinema, tv e teatro ha prodotto opere teatrali memorabili (tra cui il Peer Gynt da 5 ore) e alcuni dei suoi film più noti (Il Settimo Sigillo, Il Posto Delle Fragole) più una riduzione radiofonica.

Vita privata e professionale si intrecciano delineando scenari unici ed irripetibili, narrando la storia personale di un artista ed il mondo dell'epoca. Ingmar Bergman è stato regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore e produttore cinematografico oltre che marito (di cinque donne) e padre (ha avuto nove figli).

Un'artista controverso che rispecchiò la sua educazione e la successiva visione personale del mondo negli scritti e pellicole. In alcuni sui film, molto autobiografici come Fanny e Alexander ha più volte mostrato l'influenza subita da un'infanzia difficile e da un’educazione severa data dal padre, un pastore protestante duro e attento alle regole.

Tanti i capolavori in una filmografia complessa e articolata, segnata soprattutto dal senso dell’inquietudine e della ricerca formale, estetica, narrativa.

Evidente soprattutto l' esplorazione delle pieghe problematiche dell’esistenza umana per delineare il senso dei legami affettivi, della morte, della fede e dell’esistenza di Dio.

Il Sir con la Commissione nazionale valutazione film della Cei prova a rileggere la figura del celebre regista scandinavo e la sua eredità per la cultura odierna, alla luce di tre film, appartenenti a tre differenti decenni: “Il settimo sigillo” (1957), “Luci d’inverno” (1963) e “Scene da un matrimonio” (1973).

Film da guardare e rivedere con curiosità e passione, pellicole in cui colpisce molto l'unione di fantastico e quotidiano, il ruolo della fede e la figura della donna (problematica, sempre in bilico tra dovere e passione). Elementi che accomunano il regista ad un altro grande esempio di regista-divo: Fellini.

Due grandi uomini di spettacolo, narratori e cantastorie che hanno ammaliato le masse e scolpito nel tempo il loro successo.