Può succedere di vivere in una certa città, e sentirsi non propriamente in accordo con essa. Le città, i paesi e i quartieri hanno un loro linguaggio e bisognerebbe interpretarlo. Ma se, dopo diversi tentativi di decifrazione, non si riesce a sentirne la consonanza, la simpatia, il sentirsi nel luogo giusto, l'unica soluzione sarebbe quella di andare via. Il fatto è che la percezione della propria quotidianità, l’uomo la esercita anche tramite quello che lo circonda. Una buona architettura, con case e appartamenti ben proporzionati, ad esempio, porterebbe sicuramente l’eventuale cittadino a simpatizzare – a dialogare – con il Genius Loci: lo ‘spirito del posto’.

Addio a Londra

È con questa attitudine che nel mirabile romanzo di Sophie Hannah, “Non fare domande”, (Garzanti Libri, pag. 430), in uscita per agosto 2018, si assiste al girovagare di una madre con la propria figlia: in fuga da una città, Londra, che per quanto reboante e importante per la civiltà occidentale, risulta difettosa per il suo progetto di vita personale. Il lavoro della scrittrice mette (anche) in risalto quanto un’interazione riuscita tra psicologia e architettura/luogo urbano siano capaci di cambiare la visione del mondo che caratterizza un determinato individuo. Quando la protagonista vede per la prima volta il cielo terso che fa da fondale alle colline azzurrine del Devon, capisce che la sua ricerca è in dirittura di arrivo: Speedwell House, la magnifica casa abbarbicata ai colli inglesi come un koala al proprio albero, è il luogo che da sempre avrebbe voluto per abitarci.

Per vivere. E ora i suoi muri – i muri del suo sogno architettonico – sono lì, pronti a ospitare lei e la sua bambina.

La trama di ‘Non fare domande’

Justine e sua figlia entrano nella loro casa perfetta. Passano quattro stupendi mesi. Quei colli traspirano tranquillità da tutti i pori; l’aria che il mattino penetra attraverso le finestre portando gocce di rugiada notturna e canti del bosco, ritemprerebbe anche il più nevrotico dei cittadini impelagato in cento affari metropolitani.

Eppure qualcosa inizia a deformarsi. A rompersi. La piccola Ellen, che prima dell’arrivo nelle nuova casa era dotata, tutto sommato, di un carattere solare, subisce una mutazione. Dopo quella manciata di mesi splendidi, cambia atteggiamento. Perde la loquacità, diventa introversa. A quanto pare, a Speedwell erano stati commessi degli omicidi!

Justine conosce queste storie cupe attraverso la lettura di un tema di letteratura svolto dalla figlia, a scuola. La madre pensa e spera che la figlia si sia inventato tutto. Tuttavia, una serie di telefonate minacciose fanno decadere la sua speranza: Justine e Ellen devono lasciare il Devon, pena la loro esistenza.