Bernardo Bertolucci nasce a Parma il 16 marzo 1941.Figlio d'arte del poeta Attilio Bertolucci, fin da piccolo entra a contatto con la letteratura, cosa che lo porterà a iscriversi alla Facoltà di Lettere all'Università di Roma. Nel percorso di studi però si rende conto che la sua vera vocazione appartiene ad un altro ramo dell'arte, quello del Cinema. Il suo vicino di casa è Pier Paolo Pasolini e proprio con lui inizia a lavorare come assistente nel mondo delle settima arte. Nel 1961 partecipa alla realizzazione del film Accattone, una delle perle del letterato e regista friulano.

L'anno seguente realizza il suo primo cortometraggio, La commare secca, tratto da un soggetto di Pasolini.

La filosofia di Bertolucci

Bertolucci però sente di voler intraprendere la propria strada e si distacca dalla poetica pasoliniana per delineare la propria filosofia cinematografica, incentrata sull'esistenza umana. Vuole analizzare l'individualità delle persone davanti ai forti cambiamenti della vita e del mondo circostante, sia a livello esistenziale che politico, interrogandosi su quei quesiti a quali non si può o non si vuole trovare una risposta. Gli stessi quesiti ai quali neppure la religione può rispondere tanto che, alla domanda se fosse credente o meno, ha sempre risposto ridendo: "No, sono ateo, grazie a Dio.

Come diceva Buñuel". Tale tematica dell'ambiguità sociale e politica viene ripresa in molti dei suoi film, come Prima della Rivoluzione (1964), Partner (1968), Strategia del ragno e Il conformista (1970).

Lo scandalo di Ultimo tango a Parigi

Il successo di Bertolucci, ma anche lo scandalo, arrivato nel 1972 con Ultimo tango a Parigi con Marlon Brando e Maria Schneider, Jean-Pierre Léaud e Massimo Girotti.

Il sesso in Ultimo tango a Parigi viene visto come la sola risposta possibile al conformismo del mondo nel quale sono immersi i personaggi del film. Sono uomini alla deriva, che vedono la trasgressione come l'unica arma che possiedono contro l'omologazione della società.

La pellicola venne proiettata a New York, ma in Italia riscosse molte critiche anche se si posizionò come secondo film nella classifica degli incassi della stagione cinematografica 1972-1973.

Questo però non bastò alla Corte di Cassazione, che decise di ritirare il film e condannò Bertolucci per offesa al comune senso del pudore, togliendogli anche il diritto di voto. La scena più forte di "Ultimo tango a Parigi" che è valsa al regista una condanna, è quella che riguarda la sequenza in cui Paul (Marlon Brando) utilizza del burro come lubrificante per aver un rapporto non consenziente con l'altra protagonista del film, interpretata dalla Schneider. Agli occhi delle autorità italiane, Bertolucci superò il limite della vergogna.

Anche la Schneider sostenne, in un'intervista al quotidiano Daily Mail, che si sentì come stuprata e umiliata, anche se negò le voci che sostenevano che le scene di sesso fossero reali.

I rapporti fra l'attrice e Bertolucci, in ogni caso, non furono più i soliti dopo la realizzazione del film tanto che il regista, in un'intervista di un programma televisivo College Tour, confessò quanto segue: “Ma in un certo senso io mi sono comportato in modo orribile con Maria, perché non le dissi cosa sarebbe successo, visto che volevo la sua reazione come ragazza e non come attrice”. E aggiunse: “Volevo che sembrasse umiliata e credo che per questo odiò me e Marlon, perché non le dicemmo del dettaglio del burro usato come lubrificante. Mi sento ancora molto in colpa per questo”. E alla domanda dell'intervistatore sul fatto se si fosse pentito di tale scelta, Bertolucci rispose: "No. Mi sento in colpa ma non me ne pento.

Per fare un film, a volte è necessario essere completamente liberi per ottenere qualcosa, credo...Non volevo che Maria recitasse la sua umiliazione e la sua rabbia, volevo che le provasse. E per questo mi ha odiato per tutta la vita".

In un'intervista a MyMovies, in merito all'accaduto, Bertolucci dichiarò che: "Soltanto Marco Pannella mi è stato vicino in quel periodo [...] la possibilità di girare quello che volevo, di scegliere i migliori attori del mondo, diventai anche un po' megalomane. Vedi, nel 1969 non avevo preso soltanto la tessera del Pci, avevo anche iniziato la mia lunghissima psicoanalisi, che continua tuttora. Nei primi dieci anni è stato un grande stimolo per il lavoro: passavo dall'analisi dell'esperienza alla comunicazione.

Dopo mi hanno aiutato gli anni in Oriente, lo studio della cultura cinese, del buddhismo".

L'Oscar e il riscatto morale

L'Oscar come miglior film e miglior regia arriva con L'ultimo imperatore, diretto in Cina nel 1987, che segnò una svolta nella carriera del regista e un riscatto morale da quanto avvenuto per Ultimo Tango a Parigi. Il film riscosse un grande successo internazionale e Bertolucci diventò il secondo regista italiano ad aggiudicarsi l'Oscar alla miglior regia. A questo seguono, nel 1990, Il tè del deserto e Piccolo Buddha del 1993.

Gli ultimi film e il ritorno alla sessualità

Bertolucci torna a girare in Italia con Io ballo da sola (1996). Successivamente dirige Assedio del 1998 e nel 2003 dà alla luce The Dreamers - I sognatori, un'intensa pellicola che riprende la tematica dei suoi primi film e pone al centro dell'attenzione un'intimità estrema fra due gemelli, alle volte incestuosa, su uno sfondo di rivoluzioni politiche e sessuali.

La sua ultima opera è la trasposizione cinematografica del romanzo Io e te di Ammaniti, del 2012. Bernardo Bertolucci è morto il 26 novembre 2018 e con lui se ne va una parte di storia italiana e del cinema internazionale.