Latte e sangue, ultimo romanzo dell’autore Carlo Silini, dipinge a tinte forti un frammento del Seicento ticinese attraverso una narrazione costantemente in bilico tra finzione e realtà. Il libro è stato pubblicato a inizio anno per Gabriele Capelli Editore.
Il racconto, costruito per tappe, si sviluppa intorno alla fuga della protagonista, Maddalena de Bruziis.
La fuga
La giovane Maddalena è in fuga da uomini misteriosi che vorrebbero vederla bruciare all’inferno e al tempo stesso è in fuga da un passato oscuro, ottenebrato dalla presenza inquietante di un nonno crudele, il Mago di Cantone, violentatore e assassino di giovani ragazze, condannato a morte dalle autorità per una serie quasi infinita di delitti.
Maddalena, “strega buona” dall’aspetto angelicamente puro, pur non avendo alcuna colpa che grava sulla sua coscienza, è costretta a scappare dalle grinfie di un misterioso religioso senza scrupoli e assetato di vendetta, l’uomo dei Trii Böcc, disposto a tutto pur di annientare l’oggetto del suo desiderio.
Il viaggio
Il viaggio di Maddalena è un percorso di formazione articolato, un cammino di ricerca che si sviluppa in molteplici direzioni: ricerca della salvezza, del rifugio sicuro in grado di offrire protezione, ricerca delle proprie origini, ricerca del senso profondo dell’esistenza, ma soprattutto ricerca di se stessi all’interno della dimensione dell’amore.
Tra dolore e paura, Maddalena impara ad amare Giacomo e sé stessa, impara a conoscere il potenziale seduttivo del suo corpo, ma apprende soprattutto che l’amore è l'unica risposta positiva al male e l’unica salvezza terrena che può essere concessa all’uomo.
Con estrema precisione storica nella costruzione della trama e grande cura nella scelta dei dettagli, l’autore non risparmia ai lettori le crude rappresentazioni della violenza quotidiana di un secolo sanguinoso e macabro. Gli assassini sulle tracce di Maddalena sono spietati, così come lo sono gli inquisitori del tribunale e tutti coloro che, mossi dall’odio e dall’invidia, condannano a morte indistintamente chiunque si dimostri diverso da loro.
Al contrario, i personaggi che accompagnano la protagonista nella fuga, profondamente umani e accomunati da un destino vissuto ai margini, sembrano gli unici portatori di valori positivi all’interno di un mondo imparziale e superstizioso: la speranza sopravvive nei loro discorsi, nella compassione e nella pietà che dimostrano nei confronti del prossimo, nella comprensione e accettazione del male che deriva dal buio dell’ignoranza.
L’amore che brucia nei loro animi, più forte di qualsiasi incantesimo, più incandescente di qualsiasi rogo, è l’unico frammento di umanità che ancora sopravvive, l’unica scintilla di speranza in un mondo in cui nessun messaggio evangelico sembra conciliante, in cui persino la religione, con i suoi simboli e le sue preghiere vane, sembra aver definitivamente fallito.