Christian Musella è un giovane influencer originario di Scampia che lavora come conduttore de La giostra partenopea, programma radiofonico in onda su Radio RTL102.5 Napulé. La trasmissione in onda dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 17 intrattiene gli ascoltatori di tutto il mondo (in particolare dall’Argentina, Bolivia, Spagna, Belgio, Francia, Australia, America, Germania) incuriosendoli con fatti, curiosità e storie di artisti della musica napoletana e neomelodica. Non manca inoltre la possibilità per gli stessi ascoltatori di interagire con Christian tramite messaggi Whatsapp visibili sia in radiovisione che in DAB+ sui canali ufficiali di RTL 102.5.

Un progetto interessante creato per informare, divertire e regalare qualche sorriso, e anche per questo Blasting News ha deciso di intervistare in esclusiva Christian Musella, conduttore e autore del programma di Radio RTL102.5 Napulé.

L’intervista a Christian

Da influencer a speaker radiofonico per RTL 102.5 Napulè. Raccontaci com’è nata questa nuova avventura?

"Sono diventato conduttore radiofonico nel 2018, però non l’ho mai condiviso così tanto come sto facendo ultimamente, perché ci sono dinamiche che sono scaturite con il tempo, e alla fine, sono approdato a RTL 102.5. Vorrei però ricordare che collaboro anche con RTC targato Napoli da anni e ora conduco su RTL 102.5 per condividere notizie, curiosità e creo “tombolate” dove do cinque numeri per ricordare la smorfia napoletana.

Poi racconto delle curiosità ma sempre inerenti al tema della puntata del giorno, ad esempio, una volta l’ho fatta sul cioccolato e ho citato il cacao che fa bene ecc…"

Il tuo programma si chiama La giostra partenopea. Per quale motivo hai scelto questo nome e in cosa consiste?

"Sì, La giostra partenopea del Vomero, perché mi hanno detto che solo La giostra partenopea non andava bene perché ogni conduttore radiofonico ha una sua zona di riferimento e la mia è il Vomero.

Quindi, dovevo vedere come incastrare La giostra partenopea, che mi piace perché ipoteticamente volevo dare un senso figurale al divertimento che si crea in ogni puntata. Insomma, un po’ come si sale in una giostra. Comunque, è intrattenimento puro perché devo essere me stesso il più possibile ed essere più di un amico. Quindi, se l’ascoltatore mi fa una domanda io rispondo e dico le prime cose che mi vengono in mente.

Ovviamente, non tutto altrimenti mi mandano via e succede un macello".

Come organizzi il tuo lavoro?

"Dalle otto di sera a mezzanotte sono impegnatissimo con i tornei. Poi io sono un portiere ed è difficile da trovare, e quindi, quando mi chiamano, vado a giocare. Quando torno, mica è finita! Devo preparare la scaletta del giorno dopo, cercare tutte le curiosità, notizie e tutto ciò che può interessare agli ascoltatori. Sono carico d’iniziativa e se l’idea che mi viene in mente sta andando bene, continuo".

Quali sono per te i grandi maestri d’ispirazione per quanto riguarda la radio?

"Sì, ho un mio idolo che è Alessandro Cattelan su Radio Dee Jay, perché mi piace davvero il suo stile di condurre che è molto colloquiale, socievole e alla mano con gli ascoltatori.

Quindi, non è il solito conduttore radiofonico che parla in modo difficile, ma è molto giocherellone ed è in radio per divertirsi e questo è quello che mi piace di lui. Gli ascoltatori, infatti, lo vedono più come un amico che come conduttore molto distaccato che segue le regole. Ad esempio, ricordo Cattelan quando era in diretta con Nicola Savino e partì la sigla all’improvviso, continuava a parlare come se nulla fosse. Diciamo che è un modo che un conduttore non deve mai usare perché viene rimproverato dall’editore e sarebbe ricordato in maniera negativa. Chiaramente, a Cattelan fecero presente che aveva parlato sopra la sigla. È un personaggio molto alla mano che non fa questo lavoro con tanta oculatezza, ma con divertimento e naturalezza.

Insomma, ho imparato che non bisogna essere troppo precisini perché la radio è essere se stessi e avere amici ad ascoltarti. Infatti, non c’è cosa più bella di quando ti contattano dopo la diretta e ti fanno i complimenti e da lì nasce anche una fase conoscitiva. Questo è il terzo anno che sono in radio e per un ragazzo di 23 anni è già tanto. Poi la radio è anche cultura e più si è preparati e acculturati più si hanno cose da raccontare agli ascoltatori. Lo speaker, infatti, non è altro che uno storyteller, colui che racconta storie di artisti, canzoni o anche di persone comuni".

Come mai hai scelto proprio la musica neomelodica e napoletana da raccontare? Un ragazzo giovane non fa un po’ fatica a seguirti?

"Sì, questo è vero che un ragazzo giovane fa fatica a seguirmi, ma se non è napoletano. Se uno è nato a Napoli e ha vissuto ascoltando sempre Renato Carosone, Gigi D’Alessio, Mario Merola e Nino D’Angelo è difficile che uno abbia delle difficoltà a starmi dietro perché ci è cresciuto con la loro musica. Ad esempio, ora c’è Francesco Merola che rappresenta il padre Mario Merola, che è stato un grande rappresentante della musica napoletana. Lui è sempre in diretta su Radio RTC targato Napoli e su Tv Campania, che essendo dei canali regionali, sta trasmettendo ciò che il padre ha lasciato per il popolo napoletano. Per me la canzone napoletana e il neomelodico sono due generi a parte, perché anche se non li hai vissuti, li vivi lo stesso un po’ come Maradona per il calcio.

Quindi, anche se non hai vissuto l’epoca in cui giocava Maradona, conosci comunque la sua storia così come quella di Mario Merola per la musica napoletana".

Quale cantautore ti è rimasto nel cuore e come lo racconteresti alla radio?

"Per me, uno dei più grandi cantautori restando sempre nel neomelodico è Nino D’Angelo, perché è diventato famosissimo negli anni ’70 e ’80 per aver introdotto le sue canzoni nei suoi film ed erano delle vere e proprie poesie per le sue fidanzate. Da allora fino ad oggi, parlano sempre di lui a Napoli, in Italia e nel mondo. Ultimamente, Nino D’Angelo ha voluto aprire una grossa parentesi che ha scatenato l’ira di molti cantanti neomelodici, perché ha scritto un post in cui non si considerava cantante neomelodico ma napoletano.

Sono due cose diverse perché il neomelodico segue la melodia e quando uscì questo genere, Nino D’Angelo era già famoso da dieci anni, bisogna precisarlo. Quindi, i cantautori che mi sono rimasti nel cuore direi Nino D’Angelo e il grande maestro Mario Merola, che ha fatto la storia di Napoli e ha scoperto Nino D’Angelo facendolo crescere al meglio dal punto di vista artistico. Sarebbe però impossibile non citare anche il grande Renato Carosone, che è stato lo scopritore di Gigi D’Alessio e Giovanni Block. Per me però i miti Nino D’Angelo e Mario Merola che sono la storia di Napoli musicalmente parlando. Comunque, se mi venisse proposto di fare un documentario sulla loro storia, lo farei volentieri".

Stai già conquistando i primi consensi da parte del pubblico, ci sono dei piccoli segreti per chi vuole intraprendere questo tipo di carriera?

"Direi a tutti quelli che vorrebbero diventare conduttori radiofonici, che sono sette anni che faccio l’animatore turistico e questo mi ha aiutato davvero tanto. Ho iniziato come animatore nel 2015 e oggi sono arrivato al settimo anno ho imparato a utilizzare il microfono e a condurre le serate sul palcoscenico. Alla fine, non è cambiato nulla perché quello che facevo l’ho portato in radio e continuo a farlo perché l’intrattenimento piace alle persone. Per quanto riguarda la mia esperienza lavorativa, l’animazione è la base di tutto".

Nel corso del programma, c’è stato qualche racconto o aneddoto che poi è diventato un tormentone o che ha colpito gli ascoltatori?

"C’è e c’era ma non mi ricordo bene la faccenda… Se non erro, c’era una storia di un animale (mi pare sia il serpente) che quando ha fame e non riesce a trovare prede mangia il suo cuore. Questo racconto curioso fece così clamore che gli ascoltatori si misero a mandare messaggi all’impazzata su whatsapp, chiedendo come fosse possibile un fatto del genere. Insomma, sono racconti che interessano e catturano l’attenzione. Comunque, ogni giorno s’impara qualcosa di nuovo".

Cosa ci dobbiamo aspettare dal programma? Hai qualche anticipazione da svelare?

"Tanto divertimento con diversi giochi e interazione con ascoltatori tramite whatsapp ma allo stesso tempo informazione pura e curiosità. Due ore d’informazione, di gag e tutto ciò che può accadere in puntata. Ogni giorno è una storia a se ed è sempre diverso. Non posso anticipare nulla perché il tema di domani diventerà già vecchio e tutto accade sul momento".