Poco dopo aver aperto Chronorama, la Pinault Collection inaugura a Venezia una seconda grande mostra, dal titolo Icones. La mostra è iniziata il 2 aprile nella seconda sede della Collezione Pinault, ossia a Punta della Dogana, vicino alla celebre Chiesa della Salute. Entrambe le sedi sono aperte dalle 10.00 alle 18.00 tutti i giorni tranne il lunedì. È previsto un biglietto unico intero per visitare entrambe le mostre al prezzo di 15 euro, con riduzioni per diverse categorie tra cui studenti, over 65 e gruppi; gratuito per gli under 19. Vi è la possibilità di visite guidate per scuole e gruppi, nonché di un supporto gratuito di mediazione culturale affinché la mostra sia fruibile per il maggior numero possibile di persone.
Punta della Dogana è raggiungibile facilmente con i mezzi pubblici da qualunque zona della città.
Icones: il significato delle immagini
Il tema delle immagini è al centro della mostra Icones, che vuole stimolare ad una riflessione sul loro significato, sulle emozioni che suscitano, sul contesto artistico e culturale in cui si inseriscono. Tradizionalmente, il termine "icona" assume una valenza religiosa che rimanda in particolare al mondo orientale. Attualmente, quando si parla di "icona", si rimanda invece in prevalenza ad un ruolo di figura emblematica, modello ispiratore, ruolo che esercita una influenza sulla propria epoca. E non va trascurato il significato forse più moderno, che riporta al significato delle icone digitali per interagire con i devices informatici.
L'esposizione, curata da Emma Lavigne, direttrice generale della Pinault Collection e da Bruno Racine, amministratore delegato di Palazzo Grassi/Punta della Dogana, si pone come percorso tematico con più di 80 opere di artisti di artisti internazionali, opere provenienti dalla Pinault Collection ma non solo.
Le icone sacre
Il termine "icona" deriva dal greco ed indica una immagine sacra, raffigurante Cristo, la Vergine Maria oppure i santi.
L'immagine, riprodotta su tavolette di legno o lastre di metallo, poteva essere dipinta ma anche arricchita con decorazioni in oro, argento o pietre preziose. È tipica dell'Arte bizantina, ma anche di quella russa e balcanica in generale. In questo senso, l'immagine vuole reinviare ad una realtà trascendentale, favorendo la meditazione, la preghiera e l'innalzamento spirituale.
Ed è ben noto che la città di Venezia ha storicamente avuto intensi e duraturi rapporti commerciali, politici e culturali con l'oriente. In città sono sempre state presenti fiorenti comunità orientali, le cui tracce sono ben presenti anche oggi. E nelle chiese è frequente una struttura che viene definita "iconostasi", che divide la zona riservata ai fedeli da quella riservata agli officianti, ma che contemporaneamente si pone come luogo di accesso al divino.
L'evoluzione del significato
Una diversa modalità di relazione e di empatia tra immagine e pubblico è invece l'obiettivo delle icone interpretate in senso moderno. La mostra Icones invita ad esplorare il significato ed il ruolo delle immagini estrapolando le icone dalle chiese.
Oggi, si parla di icone della moda, del costume, dello sport, della musica: figure di spicco che assumono un ruolo di rappresentanza, simbolo, guida ed influenza sociale e culturale. Le icone attuali mirano a costruire una comunità attorno ad una realtà terrena e visibile, non più ultraterrestre. Questo tipo di relazione, reale e/o virtuale, interseca ogni area. Ed è per questo che la mostra tocca diversi ambiti quali video, pittura, suoni, ma anche installazioni e performances ad hoc. Una immensa celebrazione della potenza e delle infinite sfaccettature dell'immagine, ma anche della sua fragilità. La mostra sarà aperta sino al 26 novembre 2023.