Gli Oasis con la reunion e il tour nel 2025 hanno riaperto vecchie, e mai sopite, polemiche sulla vendita dei biglietti per i concerti. Non è di certo una novità che si tocchi questo tema in occasione di grandi eventi e concerti, com'è stato del resto in occasione del tour degli AC/DC o di Taylor Swift. La rivendita dei tagliandi è stata a lungo seguita dalle autorità. Quel che appare è un generale senso di impunità verso ogni forma di bagarinaggio online e conseguente rivendita a prezzo gonfiato. Alcune considerazioni su come sta cambiando, ed è già cambiato il mondo dei concerti.

Il mondo dei concerti

Il mondo dei concerti negli ultimi 20 anni è cambiato in modo drastico. L'avvento degli smartphone e delle vendite on-line ha reso i beni come i biglietti di concerti ed eventi facilmente acquistabili grazie a pochi e semplici passaggi, sia da uno smartphone che da un laptop. Impensabile nel caso degli Oasis ma anche per altri artisti, le file al botteghino o al tabaccaio per acquistare un biglietto. Sembrano lontani ricordi ma son passati relativamente pochi anni.

Andando oltre la nostalgia, c'è un problema a monte. I costi dei concerti, specialmente negli anni dopo la pandemia, hanno continuato ad alzarsi. Per gli organizzatori mettere in piedi uno spettacolo che attira almeno migliaia di persone richiede costi elevati e solo i grandi organizzatori e le grandi multinazionali dell'intrattenimento e degli eventi possono sostenerli.

Sono coinvolti una pluralità di attori, dagli addetti al montaggio del palco ai fonici, dal personale della sicurezza durante l'evento, a tutti quegli attori che si occupano del management, della promozione e della vendita. E più l'artista è atteso e richiesto dal pubblico, più la domanda per quel "bene" aumenta, con un effetto euforia che rischia di portare a effetti non calcolabili.

Essere fan nel 2024

Sul sito dell'enciclopedia Treccani alla voce fan si legge: "Ammiratore fanatico, tifoso, patito di qualcuno o di qualche cosa". Dunque nei loro comportamenti i fan, e lo dimostrano i fatti, sono propensi nientemeno che a spendere del denaro per l'acquisto di un bene e di un servizio, in questo caso un concerto, uno spettacolo dal vivo.

Tra costi di prevendita, e costi propri all'evento stesso l'ammontare per uno spettacolo è veramente alto. Molti giustificheranno il costo alto con il fatto che non vediamo un tour degli Oasis da 15 anni, e questo fa lievitare inevitabilmente il costo per un loro spettacolo. La popolarità della band di Manchester oltretutto è mondiale, e quindi accaparrarsi un biglietto per un loro concerto non è solamente una questione britannica.

Quando ci sono poi concerti attesi da anni (potremmo dire gli Oasis come gli AC/DC ma non importa il genere musicale) il momento in cui iniziano le vendite dei biglietti diventa esso stesso un evento. Inizia sempre ad un'ora specifica. Tradotto: migliaia e migliaia di utenti restano collegati in tutto il mondo alla stessa ora per provare ad acquistare il ticket.

Chi si collega tardi o ha un dispositivo lento può dire addio ai suoi beniamini. Stesso discorso per chi non sente la sveglia: è una lotta impari in cui chi si collega prima e riesce a portare avanti in modo veloce la transazione online può dirsi soddisfatto.

Le rivendite a prezzi gonfiati

A pochi mesi dall'evento dunque entrano in gioco tutta una serie di attori, animati da una semplice volontà, quella di lucrare. E non parliamo dell'agenzie di vendita che si occupano direttamente delle transazioni. Non sono i fan, a cui poco importa se non fare di tutto pur di non perdersi uno spettacolo, a mettere in scena il mercato online delle rivendite a prezzi gonfiati.

Dell'esistenza di software in grado di acquistare pacchetti di biglietti in poco tempo è stata già documentata l'esistenza.

Quel che manca però è una precisa volontà di arginarli, bloccarli, fermarli, sia a livello legislativo sia a livello di soluzioni aziendali. E quel poco fatto finora non è sicuramente bastato, un cerotto di pochi centimetri su una grande ferita che sanguina.

Il sorteggio introdotto dagli Oasis

Alcuni potrebbero dire che è la legge del mercato che vince, sempre e comunque. E quindi a fare i prezzi son sempre loro, ossia quanto hanno qualcosa da vendere che devono saper gestire a proprio vantaggio il desiderio enorme di chi vuole acquistare un prodotto ed è disposto anche a tanto pur di arrivare all'obiettivo.

Ora, andando a vedere il caso specifico degli Oasis, la band ha annunciato di recente che la vendita delle date settembrine di Wembley sarà affidata a un sistema di sorteggio che consente ai fan invitati (non si capisce bene in quale modo) di poter acquistare il tagliando.

Un'idea nuova, che potrebbe essere importante nel contrastare il fenomeno cosiddetto del bagarinaggio online e pensata per i fan britannici che non hanno fatto in tempo a comprare un biglietto per le date estive.

Acquistare un biglietto è un'impresa

Ma servirà veramente? Si troveranno comunque delle scorciatoie per poter comprare un pacchetto di biglietti (ad esempio 5 o 10) ad un prezzo ufficiale (ipotizziamo 200 euro a biglietto) e rivenderli (altro esempio) a mille euro ciascuno?

La sensazione è che aumentare la sicurezza degli strumenti informatici per la vendita potrebbe non bastare.

Senza dimenticare, e questa potrebbe essere un'opinione non richiesta, che fare la fila per ore mentre si è a lavoro, per andare a un evento che si terrà quasi un anno dopo, per il quale si dovranno spendere centinaia e centinaia di euro tra trasferta, pernottamento e spese extra, potrebbe essere uno sforzo eccessivo anche per i migliori portafogli. Uno spettacolo al quale potremmo assistere stando a decine e decine di metri dal palco.

Ne vale veramente la pena? In questo girone infernale chiamato mondo dei concerti e dello spettacolo spesso, per amore della musica stessa, è quasi preferibile starne alla larga.