Con gli esordi del nuovo millennio abbiamo progressivamente assistito ad un innovativo e rivoluzionario atteggiamento nei confronti del cibo, alla crescente importanza data all’educazione alimentare, ad una del tutto nuova attenzione dettagliata e quotidiana nella scelta degli alimenti, il tutto volto a migliorare lo stato della nostra salute mentale e fisica.

Cambia la propensione del consumatore, che si informa di più, legge con cura gli ingredienti sulle confezioni al supermercato, si documenta su cosa sia nocivo, prediligendo sempre di più alimenti biologici, naturali, assolutamente non trattati e in nessun modo sottoposti a processi chimici e industriali.

Questa nuova attenzione al cibo rappresenta sicuramente un privilegio per chi cerca di salvaguardare la propria salute migliorando la conoscenza degli alimenti, rendendosi autonomamente in grado di scegliere cosa introdurre nel proprio corpo e cosa eliminare drasticamente.

I pericoli di agire autonomamente sulla propria dieta

Attualmente ci troviamo davanti a numerosissime tendenze alimentari diverse, che talvolta rischiano di sfociare in vera e propria ossessione patologica nei confronti del cibo. Infatti, con il termine medico “ortoressia” si intende proprio il disturbo alimentare che diventa dipendenza ed estremizzazione del mangiar sano. Il più delle volte ad ogni tendenza alimentare corrisponde la privazione di un determinato alimento, considerato dannoso o volutamente eliminato dalla dieta per principi etici e morali, ma cosa accade quando la privazione diventa totale?

La risposta a questa domanda risiede in quella che appare la più strana e azzardata tendenza alimentare di sempre: il Respirianesimo. Dopo vegetariani, vegani e crudisti, secondo questa corrente di pensiero, le cui radici affondano nell'Induismo, il nostro corpo non ha bisogno di nient’altro per sopravvivere se non di energia pranica (dal sanscrito “vita”, “respiro”, “spirito”).

Dunque, per il sostentamento dell’essere non è assolutamente necessaria l’assunzione di alimenti, né solidi, né liquidi, ma solo di energia che possiamo trovare nel sole. Un processo, per intendersi, molto simile a quello della fotosintesi clorofilliana tipica delle piante.

Tra gli esponenti più rilevanti del respirianesimo, o bretharianismo, troviamo l’italotedesco Nicolas Pilartz, che, dopo 41 anni di vita da onnivoro, bevitore e fumatore, 3 anni fa decide di affiancarsi a questo nuovo stile di vita, eliminando del tutto ogni potenziale minaccia per il corpo, compreso il cibo.

In un’intervista rilasciata ad Arianna Ciampoli, su TV2000, l’uomo afferma di essere in uno stato di totale digiuno da circa 20 giorni, e di aver peraltro risolto ogni piccolo acciacco dal momento stesso in cui ha smesso di introdurre cibo nel proprio organismo, cominciando così un nuovo percorso di purificazione verso la pace dell’essere attraverso una dieta basata solo ed esclusivamente sull'assunzione di energia pranica.

Difficile sostenere o meno la veridicità della notizia, anche sulla base delle sempre più numerose testimonianze di chi, come Pilartz, asserisce di aver sperimentato la pratica del respirianesimo. Tuttavia l'argomento deve far riflettere sulla pericolosità di alcuni trend in fatto alimentare e soprattutto sull'importanza di affidarsi a professionisti qualora si intendesse modificare o cambiare completamente le proprie abitudini alimentari.