Una recente ricerca effettuata dall'Università giapponese di Hiroshima ha confermato i benefici effetti del mangiare lentamente, sia in termini di una migliore Salute generale dell'organismo, sia per i risvolti positivi sotto il profilo estetico. Infatti, secondo questo studio, chi mangia lentamente ha una probabilità molto più bassa di contrarre malattie cardiovascolari o metaboliche e di sviluppare l'obesità.

Vediamo, quindi, di capire quali sono le basi scientifiche della ricerca appena pubblicata, e quali suggerimenti pratici vengono forniti per poter acquisire con più facilità questa buona abitudine.

Lo studio giapponese

Lo studio nipponico ha coinvolto circa 1.000 soggetti tra uomini e donne. Per la precisione, 642 uomini e 441 donne sono stati tenuti sotto stretta osservazione dai ricercatori per un arco temporale di 5 anni, durante i quali hanno provveduto a registrare il loro peso corporeo e anche altri parametri fisiologici. Il test scientifico, in particolare, ha voluto monitorare i principali fattori di rischio legati alla sindrome metabolica che, frequentemente, è associata all'insorgenza di altre patologie come quelle cardiovascolari.

I cinque fattori presi in considerazione sono l'obesità, il livello del colesterolo Hdl, i valori dei trigliceridi, la pressione e la glicemia. Tutti i soggetti - sia uomini che donne - all'inizio della ricerca non presentavano alcun sintomo di sindrome metabolica.

La velocità nel mangiare fa male

Oltre a tenere sotto controllo questi parametri fisiologici, i partecipanti alla ricerca sono stati sottoposti a delle interviste per determinare le loro abitudini alimentari, soprattutto il tempo impiegato nel consumare i pasti. In base alle risposte date, sono stati suddivisi in mangiatori veloci, lenti e normali.

Al termine del quinquennio, i parametri clinici dei partecipanti sono stati incrociati con le loro abitudini alimentari, e ciò ha confermato l'effetto dannoso dei pasti consumati troppo velocemente.

Infatti tra i mangiatori veloci, circa il 12% ha manifestato la presenza della sindrome metabolica. Questa percentuale, però, è scesa a circa il 2% tra i mangiatori lenti.

Inoltre chi è solito consumare il cibo più velocemente, ha presentato tassi più elevati di obesità, iperglicemia e accumulo di grasso a livello addominale.

Da tempo, infatti, si sa che dopo circa 20 minuti dall'inizio del pasto, il cervello inizia ad inviare dei segnali di sazietà agli organi deputati alla digestione, e se si mangia troppo velocemente si rischia di immettere nell'organismo delle calorie in eccesso, rispetto a quando si mastica più lentamente. Infine è stato dimostrato che, statisticamente, chi mangia più in fretta tende ad assumere alimenti meno sani e ad avere, quindi, una minore igiene alimentare.