Viviamo in un’epoca ormai in cui appoggiando un dito su uno schermo chiunque è in grado di fermare un momento o addirittura di riprenderne degli istanti, ma abbiamo mai riflettuto veramente sulla complessità del meccanismo che si trova alle spalle di un semplice scatto?
Le prime fotografie della storia
I primissimi esperimenti in materia fotografica furono realizzati nell’Ottocento da Wedgwood, Niépce e Daguerre ma l’unico che fu in grado di sintetizzare conoscenze ed esperimenti fu Henry Fox Talbot, il quale scoprì che attraverso alcune reazioni chimiche è possibile fissare un’immagine: esistono infatti particolari sali (come il nitrato d’argento) che grazie alla sensibilità della luce cambiano colore (sfumature di bianco e nero).
La macchina fotografica era caratterizzata da due scatole di legno scorrevoli, una all’interno dell’altra e da un obiettivo in vetro e ottone.
La fotografia, oltre ad essere una rivoluzione nel mondo delle comunicazioni e nel mondo scientifico, è stata una rivoluzione nel mondo dell’Arte: da un lato si sviluppa il ritratto fotografico che, sostituendosi al ritratto classico, permette di far risaltare il proprio ruolo nella società; dall’altro cambia il gusto estetico, in quanto la fotografia è vista come la massima espressione della realtà. La nuova percezione della realtà, infatti è il fulcro della rivoluzione fotografica perché, essendo in bianco e nero, mette in evidenza la struttura dell’immagine, facendo apprezzare all’osservatore la concretezza e l’oggettività.
L'opera di Nadar
Uno dei più grandi fotografi che si sono dilettati in quest’arte sin dalla sua nascita è Gaspard Félix de Tournachon, meglio conosciuto come Nadar, che fu un grande nella ritrattistica in quanto in grado di cogliere efficacemente l’introspezione psicologica dei suoi soggetti. Ne è un esempio il ritratto di Sarah Bernhardt del 1864 che lascia trasparire la volontà dell’artista di andare oltre le apparenze per comprendere appieno la natura dei soggetti: lui stesso disse “Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare”.
Fu inoltre molto importante per la sua abilità nel coniugare un’arte come la fotografia e le sue passioni in ambito scientifico come l’aerostatica.
Nonostante siano trascorsi quasi due secoli dalla nascita della fotografia, essa è sempre in grado di trasmettere il senso di immediatezza che proponeva inizialmente, anche se probabilmente l’introduzione dei colori ha apportato un elemento di distrazione rispetto alla struttura della realtà.