Le violenze sulle donne sono una triste realtà. Nonostante siamo nel 2016 episodi di questo tipo non sono un ricordo vittima di un retaggio culturale passato. Anzi, pareche anno dopo anno le violenze sulle donne si moltiplichino. Decine i casi di donne vittime di omicidio, percosse, insulti, stalking e mobbing. Spesso, tranne gli episodi di abuso psicologico sul lavoro, le violenze e gli omicidi sono perpetrati sulle donne da un membro maschile della famiglia. L'anno scorso con i Jobs Act il governo Renzi ha introdotto il decreto D.lgs 80/2015 per consentire alle donne vittime di abusi di potere intraprendere un percorso di protezione che consentisse loro la possibilità di astenersi dall'esercitare al propria professione.

Violenza sulle donne: i Jobs Act contro gli abusi

I Jobs Act prevedono grazie al D.lgs 80/2015 l'attuazione di un programma di protezione con astensione dal lavoro per le donne vittime di violenza ed abusi. Realtà triste e nota quella di molte donne vittime di ogni tipo di violenze, spesso culminanti con il loro omicidio. La cosa che più colpisce, forse, è che a compiere questi abusi sulle donne siano nella maggiore parte dei casi uno o più membri della famiglia. Il percorso che prevede la tutela delle donne vittima di abusi è un percorso della durata di 3 mesi: 90 giorni all'interno dei quali le donne possono anche astenersi dal lavoro. Sono ormai trascorsi 8 mesi da quando questo decreto è stato prodotto in forma cartacea ma ancora non è stato attuato a livello pratico.

La colpa di questo ritardo viene imputato all'Inps il quale non ha ancora prodotto un comunicato interno. Se si pensa che la durata di questo progetto è di soli tre anni e non è permanente la colpa dell'Inps appare maggiore. Il fine ultimo di questo progetto è quella di consentire alle donne di prendere in mano le redini della propria vita.

Questo risultato si ottiene sia tramite un sostegno psicologico sia garantendo alle donne indipendenza economica. Questo si traduce nel garantire alle donne vittime di violenza la possibilità di non lavorare per un periodo massimo di 90 giorni, interamente pagati. Alle donne viene offerta la possibilità di ridurre il proprio orario di lavoro in concomitanza del loro rientro, trascorsi i 90 giorni di astensione facoltativa.

Se si leggono i dati al situazione di questo ritardo perpetrato dall'Inps appare allarmante: le donne che hanno subito abusi in Italia sono quasi 7 milioni ed hanno un'età compresa tra i 16 ed i 70 anni.