A forza di dover attendere i pagamenti dei loro clienti le imprese falliscono: si perdono posti di lavoro, i sogni svaniscono. In tutta l'Unione europea spesso i fornitori sono pagati in ritardo. È una prassi considerata accettabile e che penalizza poco chi se ne rende colpevole. I danni che provoca sono però gravi. Ogni anno centinaia di migliaia di imprese europee chiudono perché i clienti pagano in ritardo. Sono soprattutto le piccole e medie imprese (PMI) a soffrire dei ritardi di pagamento e le aziende che vendono al di là dei confini nazionali sono particolarmente vulnerabili.

La prassi coinvolge anche la Pubblica amministrazione italiana dove il fenomeno ha assunto proporzioni tanto elevate che, nella classifica dei ritardi di pagamento ai fornitori, con una media di 180 giorni impiegati, ci pone davanti a Grecia (174), Spagna (160) e Portogallo (139); le pubbliche amministrazioni virtuose sono la Finlandia (24, la Germania (36) e la Francia (65).

La Commissione europea ha ritenuto di intervenire con la Direttiva 2011/7/UE al fine di dare una scossa all'economia e alle finanze di tutti i soggetti coinvolti: i primi beneficiari saranno certamente le imprese fornitrici, che godranno di una maggiore certezza a che le loro prestazioni vengano pagate in tempo; di riflesso anche le pubbliche amministrazioni avranno dei vantaggi: in un mercato con regole omogenee e certe, le imprese si muovono più facilmente da un paese all'altro, così da incrementare la concorrenza.

A tal fine la stessa Commissione ha organizzato la campagna europea contro i ritardi di pagamento che si svolgerà in tutti i 27 paesi dell’unione da ottobre 2012 fino a dicembre 2013, si parte venerdì 5 ottobre da Roma con un tour per l’Europa che ha come obiettivo far conoscere meglio agli interessati in particolare le PMI e le amministrazioni pubbliche i nuovi diritti riconosciuti dalla direttiva 2011/7/UE.

Gli eventi in programma offriranno anche un'occasione di scambio delle migliori pratiche e aiuteranno le imprese ad affrontare i problemi incontrati. La campagna, rivolta al mondo aziendale, si concentra in particolare sulle PMI, le più colpite dalla diffusa cultura dei pagamenti in ritardo.