Dopo la forte crescita registrata nel biennio 2022-2023, alimentata dalla ripresa post-pandemica, l’economia pugliese comincia a evidenziare segni di rallentamento nel 2024. Su base annua, il commercio ha perso circa 6 mila unità, pari al 1,6% del settore; il dato è il secondo peggiore d'Italia rispetto a una media del Mezzogiorno di -0,8%. Risulta in calo dello 0,8% anche il dato dell'export su base annua.

Il recente report dell’Osservatorio Economico Aforisma, illustrato presso l’omonima Scuola di Management affiliata al circuito Asfor, ha esaminato la situazione economica della Puglia, tracciando un quadro delle sfide attuali e delle prospettive future per la regione.

Redatto da un team di esperti e basato su dati nazionali e regionali, il report è stato presentato da Andrea Salvati, direttore dell’Osservatorio Economico, e da Davide Stasi, responsabile degli studi.

Un rallentamento disomogeneo

Andrea Salvati, direttore dell’Osservatorio, introducendo i lavori, ha sottolineato come, nonostante la Puglia si confermi una regione dinamica, i dati evidenziano una crescita irregolare. Ha spiegato che comparti come il turismo seguono il trend positivo già previsto nei precedenti report, mentre altri, come la manifattura e il piccolo commercio, continuano a trovarsi in difficoltà e a lottare per la sopravvivenza.

Sebbene gli investimenti legati al PNRR possano sostenere il settore edile, il rallentamento del comparto manifatturiero e del piccolo commercio rischia di intensificarsi, a causa dell’ascesa delle piattaforme digitali che minano ulteriormente le attività locali.

Sul piano macroeconomico, l’inflazione dovrebbe rimanere stabile, ma la bilancia commerciale rischia contrazioni, con una riduzione delle esportazioni dovuta a politiche protezionistiche globali.

La sfida demografica

Inoltre, ad aggravare la situazione è il cosiddetto “inverno demografico”: il tasso di natalità diminuisce notevolmente, l’età media della popolazione aumenta e il numero dei decessi supera ampiamente quello dei nati: è come se ogni anno scomparisse una cittadina di medie dimensioni come Polignano a Mare, nel barese, o Tricase, nel leccese.

L’economia pugliese è sempre più influenzata dalla denatalità, che erode progressivamente la componente attiva che nel paese produce ricchezza e che permette di far funzionare il sistema di welfare pubblico.

Le disparità territoriali tra il Sud e il resto d’Italia restano marcate, penalizzando la competitività regionale ed evidenziando un rallentamento disomogeneo.

Un altro nodo cruciale è il ritardo infrastrutturale che frena lo sviluppo del Mezzogiorno. Durante la presentazione del report, diversi esperti hanno sottolineato come la mancanza di una governance strategica aggravi il problema.

Un’Europa forte per sfide globali

Il report evidenzia quindi che la Puglia si trova a un bivio: trasformarsi in un modello di crescita sostenibile o rischiare di rimanere intrappolata in una spirale di crisi.

Le priorità per il rilancio includono l’innovazione, il miglioramento delle infrastrutture e politiche di inclusione sociale.