L'Italia ha il primato, abbastanza vergognoso, di spendere pochissimo perla famiglia, si tratta dell'equivalentedi circa un punto e mezzo di Pil, ben al di sotto della media Ocse che si attesta al 2,6%. Uno studio del Ministero della Famigliatedesco anticipato dallo Spiegal, la rivista settimanale tedesca con la maggiortiratura in Germania, sostiene cheanche chi spende molto il 3,07% delPil, come appunto la Germania in realtà non stia ancora ottenendo i risultatiambiti.

Il rapporto dice che la prima economia europea investe molto, intermini di cifre, per consentire alle donne di conciliare lavoro e famiglia e per migliorare il tasso di natalità, che però rimanefermo a 1,4 figli per donna, come in Italia, sotto la soglia Ocse che è 1,7figli.

Quali potrebbero essere le cause?

In Germania esistono duemodelli prevalenti uno favorisce la famigliatradizionale rispetto ai single e l'altro preferisce dare direttamente denaro o riconoscere sgravi fiscali anziché fornire servizicome asili nido.

Il primo denominato "Ehesplitting" è un sistema ditassazione che agevola le coppie sposate attraverso notevoli sgravi fiscali, lasomma dei due redditi viene prima divisa in due e poi su quella cifra siapplica l'aliquota fiscale. Il vantaggio fiscale aumenta tanto più ladifferenza tra i due redditi è alta, questo porta molti studiosi a dire chealle donne tedesche convenga stare a casa, anziché andare a lavorare. I piùcritici sostengono che la partecipazione al mercato femminile sia limitata daquesto modello.

Un altro privilegio deitedeschi è il Kindergeld, un assegnoche viene corrisposto mensilmente alle famiglie e che si attesta sui circa 180 euro a figlio, che secondo icritici indurrebbe le donne a stare a casa.

Gli sgravi fiscali e gliassegni a favore delle famiglie sono generosi, a scapito forse dei serviziofferti in termini di asili nido, i posti sono pochi e le famiglie sonocostrette a ricorrere a strutture private.

Per i demografi gli aiuti diretti, rischierebbero di avvantaggiare tutti,senza distinzione. Il risultatosecondo lo studio è che "molti benefici sono a favoredi persone che non ne hanno bisogno. E mancano per chi ne ha bisogno", e chebisognerebbe incrementare i posti in asili nido per consentire una maggiore partecipazione delle donne al mercatodel lavoro.

Vivo inGermania da oltre un anno, e sinceramente essendo italiana e mamma di un bimbopiccolo, credo che molte famiglie italiane, visti i nostri servizi di welfare inesistenti, verrebberovolentieri ad usufruire di quelle che vengono definite politiche "inefficienti".

Forsebisognerebbe calibrare i sussidi afavore di chi ne ha più bisogno, ma almeno, ho l'impressione che, in Germaniasi possa decidere se avere 1 o piùfigli, in Italia, invece, l'avere un solo figlio mi pare sia quasi una scelta obbligata. Inoltre i posti inasili pubblici sono molto carentianche in Italia, con la differenza che non esiste un assegno cospicuo da utilizzareper rendere meno gravoso il costo di un nido privato.