I due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non faranno ritorno in India alla scadenza del regolare permesso che avevano ottenuto per poter rientrare in Italia a votare. È stato questo l'annuncio della Farnesina che ha inoltre specificato che l'India ha violato i trattati internazionali. I due militari sono accusati dell'omicidio di due pescatori indiani nel corso di un'operazione anti-pirateria e avevano già goduto di una speciale licenza di due settimane per tornare in patria durante il periodo delle feste natalizie.

Non ha tardato ad arrivare la replica dell'India attraverso addirittura una fonte diplomatica all'Onu: «I due marò italiani devono essere processati in India secondo le leggi indiane.

Ogni commento specifico è prematuro, ma è chiaro che i due dovranno affrontare il processo in India». Lo stesso Ministro degli Affari Estero, Giulio Terzi, si è reso disponibile «a trovare soluzioni con India in sede internazionale» per ora invece il collega indiano Salman Kurshid si nasconde con un: «Non sarebbe bene reagire ora».

Ecco riportato il testo della comunicazione effettuata alle autorità di Nuova Delhi: «All'indomani della sentenza del 18 gennaio 2013 della Corte Suprema indiana l'Italia ha proposto formalmente al Governo di New Delhi l'avvio di un dialogo bilaterale per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso, come suggerito dalla stessa Corte, là dove richiamava l'ipotesi di una cooperazione tra Stati nella lotta alla pirateria, secondo quanto prevede la citata Convenzione Unclos.

Alla luce della mancata risposta dell'India alla richiesta italiana di attivare tali forme di cooperazione il Governo italiano ritiene che sussista una controversia con l'India avente ad oggetto le regole contenute nella predetta Convenzione e i principi generali di diritto internazionale applicabili alla vicenda».