Subito dopo le elezioni, è balzato agli onori della cronaca la volontà di Grillo e del suo movimento di mettere fra i punti dai quali non si prescinde l'istituzione del reddito di cittadinanza.

Verifichiamo cos'è e se effettivamente potrà essere realizzato, partendo dalla sua diffusione in altri paesi.

Il reddito di cittadinanza in Europa

Il reddito di cittadinanza è un reddito di base pagato a tutti, e, secondo il programma di Grillo, per poterlo ottenere basterebbe essere cittadini italiani, non avere reddito (o averlo in maniera insufficiente) ed il valore dovrebbe oscillare fra gli 800 e 1000 euro mensili che sicuramente non è poco, visto anche la media degli stipendi italiani.



Le risorse per finanziarie tale provvedimento deriverebbero da un taglio delle pensioni di importo consistente e dovrebbe valere intorno ai 10 miliardi di euro, anche se cifre più realistiche direttamente derivate dai dai Istat affermano che i giovani sotto i 29 anni senza lavoro sono più di 2 milioni, mentre le persone inattive che non cercano lavoro sono più di 6 milioni, in tal caso le risorse occorrenti dovrebbero essere di 74 miliardi all'anno, il cui reperimento credo sia impossibile se non tagliano gli stipendi pubblici.

Nei paesi in cui vige, il reddito di cittadinanza è ben disciplinato e se si prende l'esempio della Francia, citato varie volte da Grillo, qui troviamo l'Rsa, Reddito di Solidarietà Attivo, che garantisce un salario minimo che varia a seconda del nucleo famigliare: una coppia senza figli ha diritto a 470 euro al mese, mentre una con due figli a 980 euro.

Il programma include anche un reddito integrativo per le famiglie che percepiscono uno stipendio basso: per ogni euro di reddito da lavoro l'RSA garantisce 0,62 euro di reddito addizionale.

L'Rsa è finanziato principalmente da un aumento di 1,1 punti percentuali della tassa per contributi sociali sul reddito da capitale.

La riflessione che mi viene spontanea è che con la grande precarietà esistente in Italia, sarebbe molto facile rinunciare al lavoro, rigorosamente precario, per usufruire di questa misura per non parlare poi di coloro che lavorano in nero, per i quali il reddito di cittadinanza potrebbe rappresentare un'entrata finanziaria integrativa.

Sicuramente esso rappresenterà un punto fermo negli equilibri politici delicatissimi dei prossimi giorni, ma c'è da segnalare che in Sicilia, dove i "grillini" sono strategici nell'ambito del governo regionale, nei giorni successivi alle elezioni già si sono viste le prime code ai Caf e Patronati per chiedere informazioni e la modulistica necessaria alla eventuale richiesta.