I primi 40 giorni del governo Letta e le sue previsioni programmatiche del discorso d'insediamento, sulla cui linea ha improntato il lavoro di più di un mese, hanno cancellato l'austerità del governo di Mario Monti. In un paese come il nostro, che vive un momento particolare, pur essendo il rigore legittimo per risanare il paese dallo spreco, non si può tarpare le ali allo sviluppo.

Il Paese, per le politiche degli ultimi anni che hanno colpito le fasce deboli, vive un momento difficile: i cittadini chiedono lavoro e i soldi bisogna trovarli.

Stringere sul lavoro e aumentare le tasse dei piccoli imprenditori, del lavoro dipendente e dei pensionati, ha mandato la nostra economia a testa in giù. Se non ci sono soldi nelle tasche degli italiani e il futuro appare incerto, non si spende e se non si spende i negozi non fatturano e se i negozi non fatturano le fabbriche chiudono, con una reazione a catena, di cui non si tiene abbastanza conto.

A quasi due mesi dalla formazione del governo Letta cosa si è fatto? Ecco le novità:

- casa, con la sospensione dell'Imu sono state rimandate ad agosto molte decisioni, almeno per chi avrebbe dovuto pagare la tassa impellente di giugno. Avere una casa non vuol dire avere i soldi per pagare delle tasse impreviste, quindi per molti un sospiro di sollievo;

- lavoro ai giovani, ma si spera non solo a loro (perché non sono solo i giovani a necessitare di un lavoro).

Anche per questo ci sono idee in cantiere, vediamo cosa succederà; per intanto altro sospiro di sollievo per i contratti dei precari delle PA che erano col punto interrogativo e che sono stati prorogati (rimasta col punto interrogativo invece la questione dei precari nella scuola);

- composizione della Commissione per la riforma della Costituzione e delle Istituzioni;

- finanziamento pubblico ai partiti, eliminazione per dare spazio a un sistema di contribuzioni private volontarie con la previsione di un sistema a regime transitorio e frazionato negli anni che è una scelta definita di natura tecnica, a detta del ministero dell'Economia che ha spiegato che il 2x1000, di contribuzione volontaria dei cittadini, necessita di un periodo di tre anni prima di arrivare nelle casse dei partiti, che con un eliminazione immediata rimarrebbero senza fondi.

Sarà, ma che gli italiani sono rimasti con le tasche vuote è una precisazione che va fatta. Ecco cosa s'intende fare, nel 2014 partirebbe il sistema della devoluzione dei fondi da parte dei contribuenti, solo nel 2014 e non prima per una questione di tempistica dell'approvazione della legge in Parlamento, entro il 2013. I cittadini, interessati a sostenere i partiti, quindi, potrebbero farlo solo nella dichiarazione dei redditi di maggio 2014 e i fondi finirebbero nelle casse dei partiti nel 2016.

Ecco perché il governo ha previsto il taglio dell'attuale finanziamento del 40% il 1° anno, del 50% il 2° anno, fino ad arrivare al 60% nel 3° anno. I fondi comunque per i partiti erano già stati dimezzati l'anno scorso.

- detrazioni per i condomini, proroga ristrutturazione e riqualificazione energetica dei fabbricati.