La crisi ha portato la disoccupazione in Italia a livelli record, ma l'anomalia dell'economia globalizzata è in Svizzera. E' possibile che due stati confinanti abbiano situazioni diametralmente opposte dal punto di vista dell'occupazione? La risposta è si e lo confermano i dati che ci arrivano dalla vicina Svizzera. L'impennata delle offerte di impiego provenienti dalla Confederazione Elvetica si sta avendo per tutte le regioni e per tutte le professioni. Gli analisti sostengono che questo notevole aumento di richieste non si può ridurre solo al consueto aumento nei mesi estivi ma è ben più delineato anche se le richieste maggiori provengono dal settore alberghiero.
Il balzo in avanti però lo si è avuto anche nelle richieste per impiegati e dirigenti che poco centrano con le questioni turistiche.
Cercare lavoro in Svizzera quindi è ancora possibile almeno fino al 2017. Infatti non è propriamente l'isola felice perché come ogni cosa c'è chi vede il lato positivo e chi quello negativo. Il referendum di febbraio 2014 ha di fatto approvato il blocco dell'immigrazione di massa fissando dei tetti di lavoratori provenienti dall'estero, ma diventerà operativo dal 2017.Le associazioni di aziende svizzere infatti, temono che ci sia un immigrazione incontrollata per far fronte alla crescente ricerca di lavoratori. La loro paura è che aumentando la manodopera estera sarà più difficoltoso trovare quella di alto livello e qualificata con conseguente balzo in avanti degli stipendi.
Tra referendum, proposte diverse e schieramenti politici in Svizzera si sta decidendo di regolamentare l'immigrazione.
Le statistiche dicono che il 25% della forza lavoro Svizzera è estera e soprattutto nelle zone di frontiera l'economia è imperniata sui frontalieri. Il contenuto di una proposta già arrivata al Consiglio federale elvetico è imperniato sui tetti massimi e sugli ingressi limitati annualmente per tutti gli stranieri.
Si vuole dare la priorità ai lavoratori già presenti in Svizzera. Bruxelles però, sta spingendo il Governo di Berna ad tenere aperte le frontiere come succede fin dal 1999 con il trattato sulla libera circolazione, nonostante la Svizzera non faccia parte della Comunità Europea. E molti in Svizzera credono che il blocco dell'arrivo di nuova manodopera estera crei uno stallo dell'economia elvetica che ha la disoccupazione ferma al 3% (beati loro) nonostante gli stranieri.
Oggi ed ancora fino al 2017 si può liberamente entrare in Svizzera senza avere trovato preventivamente un lavoro con la carta d'identità o un passaporto valido. Il permesso dura 3 mesi prorogabile di altri 3 se si cerca lavoro e fino ad un anno.