Se è vero che l'economia generale sta conoscendo nell'ultimo quinquennio una crisi totale e con pochi precedenti, è anche altrettanto vero che (almeno in Italia) le aziende utilizzano ben poco una leva che potrebbe scardinare diversi luoghi comuni in tema di imprenditorialità, soprattutto quelli legati alle difficoltà che spesso portano al fallimento.
Il supporto a cui faccio riferimento è quello tecnologico/informatico: ad oggi infatti, dati Istat alla mano, solo un'azienda su dieci in Italia sfrutta il potere dell'e-commerce per vendere prodotti o servizi online e buona parte di tali aziende non ne sfrutta a pieno le potenzialità.
La statistica Istat relativa all'ultimo anno intero di riferimento, il 2014, rivela infatti che sebbene oltre la metà delle piccole aziende abbia un sito web (per l'esattezza il 67,4%), solo una su dieci circa (l'11,5%) fornisca la possibilità agli utenti di acquistare online.
E-Commerce dati Istat: nel 2014 cresce il numeri degli acquirenti online
All'altro capo del tavolo, si può notare invece una crescita del volume di acquisti online sia nel fatturato che soprattutto nel numero di persone: sempre l'Istat stima infatti che nel 2014 il 34,1% dei soggetti con almeno 14 anni abbia acquistato almeno una volta online. Considerando che nel 2010 questa percentuale era del 26,4%, la nota evidente è un incremento degli acquirenti su siti e-commerce del 7,7% in soli 5 anni.Incrociando questi dati non c'è bisogno dunque di essere dei guru del mercato per capire quali siano le tendenze da seguire: è evidente infatti che il futuro delle vendite di beni e servizi sarà in rete, tramite applicazioni e-commerce.
E-commerce 2015: come sfruttare la grande opportunità imprenditoriale per vendere online
Un sito e-commerce può essere considerato come un canale di vendita senza i limiti locali imposti da un magazzino fisico. Può essere quindi una soluzione complementare di vendita per aziende già attive con un negozio reale, ma può anche essere adottata come una soluzione unica per vendere esclusivamente online.Questa ultima ipotesi potrebbe rappresentare una vera opportunità di investimento per creare lavoro da parte di giovani e disoccupati in quanto le spese per avviare un sito e-commerce sono nettamente inferiori a quelle richieste per avviare un'attività classica, cosi come i costi di gestione e manutenzione, mentre le prospettive di guadagno sono maggiori, essendo il pubblico d'utenza potenzialmente molto più vasto.
Senza contare che ci sono diversi grossisti che consentono di vendere online i loro prodotti fornendo un catalogo già pronto da importare, e permettendo al proprietario del sito e-commerce di acquistare il prodotto solo dopo averlo venduto. E' inoltre il grossista stesso ad occuparsi della spedizione. Con questo tipo di attività (denominata dropshipping) l'imprenditore non avrà bisogno neanche di fare magazzino, abbattendo ulteriormente i costi di gestione (a scapito di un margine minore di sconto).