Da tutte le fonti di stampa e nei principali telegiornali nazionali nella giornata di ieri sono state diffuse le ottimistiche dichiarazioni del presidente del consiglio Matteo Renzi sulla situazione lavorativa e occupazionale italiana dopo l'ok sul jobs act, altrimenti detto "riforma lavoro 2015". Quasi 160 mila occupati in più nel mese di aprile e il calo del tasso di disoccupazione.

Tuttavia i dati stridono innanzitutto con le statistiche pubblicate dall'OCSE, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che prima ci pone come fanalino di coda dell'occupazione europea e poi ci promuove in quanto a sviluppo, e poi con il senso di disagio e preoccupazione che si respira tra i cittadini. Come si leggono i dati in modo corretto?

Le statistiche vanno interpretate, più occupazione potrebbe non essere sinonimo di ripresa

Ad interpretare in maniera corretta e molto esemplificativa i dati reali sull'occupazione sono stati in molti, a cominciare dal "Sole 24 ore" e dalla giornalista dell'"Internazionale" Roberta Carlini.

Secondo il principale quotidiano di divulgazione economica, i dati andrebbero infatti intrepretati con "cautela necessaria".Innanzitutto ci dicono che, citiamo, "l'occupazione su base annua è sì in aumento, ma la crescita interessa la fascia d'età degli ultra50enni". Quindi un positivo aumento per le persone più adulte, mentre l'occupazione specificamente giovanile soffre ancora. Inoltre, continuano, l'industria non migliora, in quanto gli imprenditori assumono si, ma coloro che avevano precedentemente messo in cassa integrazione.

Più lavoro meno garanzie tra vantaggi delle aziende e disagi dei lavoratori 

Un altro dato che deve essere letto con onestà è quello al quale ci fa prestare attenzione la giornalista Roberta Carlini in un articolo molto esaustivo.

Ad esempio, si cita, "la crescita degli occupati a tempo parziale (+0,7%, 28 mila unità nel raffronto tendenziale) che riguarda però quasi del tutto il part time involontario". Cosa vuol dire? Vuol dire che ci sono sempre più lavoratori part-time ma non per loro scelta. Un altro dato che va letto correttamente è il numero di persone che cerca lavoro. E' vero che nel  primo trimestre del 2015, continua la Carlini "diminuisce il numero di persone in cerca di occupazione, ma il 57,1% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più".

Buono il momento per assumere ma non è certo che durerà

Non è un buon momento per la politica italiana, dato il recente scandalo delle pensioni bloccate ma dei vitalizi ai condannati intatti.

In questo clima di insofferenza, l'ultimo dato notevole da considerare è il momento storico in cui queste assunzioni hanno luogo. Infatti le aziende hanno potuto usufruire nel mese di aprile, quello a cui si riferisce Renzi, di ben 2 eventi a loro favorevoli: sgravi per circa 7000 euro se si assumono persone a tempo indeterminato ma nello stesso tempo lavoro a tempo indeterminato più facile da cessare. Come dire: ora ti assumo a tempo indeterminato perché mi conviene, ma non è detto che duri. Un effetto molto positivo per le aziende, che infatti hanno atteso l'entrata in vigore di queste agevolazioni per assumere, ma molto poco rassicurante per chi cerca di stabilizzare la propria vita. Infine, la maggior parte dei nuovi assunti sono stranieri.