Secondo diverse fonti, tra cui quella del nostro ministro delle finanze Padoan ma anche secondo il presidente francese Francois Hollande, si sarebbe ormai vicini all'accordo tra la ex troika e la Grecia. Anche da parte greca ci si tiene a dire la stessa cosa. In effetti nelle ultime ore le posizioni di creditori internazionali e governo Tsipras si erano un tantino avvicinate: la Grecia si è detta disponibile, in particolare, a mettere mano alla frastagliata disciplina delle pensioni, soprattutto nella parte in cui prevede alcuni incentivi o agevolazioni per chi lascia prima il lavoro e sul fronte dell'Iva, proponendo tre distinte aliquote (6,11 e 23%).
Il governo ellenico non sarebbe però disposto ad intervenire sul lavoro, dove peraltro il reddito minimo non può essere aumentato. Una delle promesse non mantenute da Tsipras ai suoi elettori. Queste misure, in particolare quella relativa all'imposta sul valore aggiunto, sarebbero nelle condizioni di determinare liquidità pressocché immediate per le esangui casse di Atene.
Un altro importante punto d'incontro tra le parti è rappresentato dall'avanzo pubblico primario: le "istituzioni internazionali" hanno proposto un più abbordabile 1% per il 2015 rispetto al 3% precedentemente previsto e per il 3,5% per gli anni successivi, meno rispetto a quanto concordato con Samaras ma comunque lontano da quanto proposto da Tsipras, anche se sicuramente meno pretenzioso rispetto alle precedenti previsioni.
Intanto venerdì 5 scade la prima tranche di debito di giugno con il Fondo Monetario Internazionale, pari a poco più di 300 milioni di euro. Secondo alcune fonti, la Grecia avrebbe i soldi per saldare questa prima parte di debito ma potrebbe, per forzare i negoziati ed ottenere un accordo più favorevole con conseguente liquidazione dell'ultima parte di aiuti - 7,3 miliardi di euro - prevista dal vecchio accordo, rinviare a fine giugno, come pure consentito, il pagamento in un'unica soluzione del debito con Fmi, pari a circa 1,5 miliardi.
Ad ogni modo, si stanno facendo tutti gli sforzi, confermano anche parte dei creditori, per addivenire ad un accordo equo, che tenga in debita considerazione sia le esigenze di equità sociale che il governo greco intende perseguire, che la regolare tenuta dei conti e gli interessi dei creditori della Grecia.
Il 3 giugno intanto Alexis Tsipras sarà a cena a Bruxelles, ospite di Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, per discutere della cosa. Sarà la volta buona per un accordo in extremis, entro la scadenza del 5 giugno?