La futura Legge di Stabilità di prossima approvazione, riordinerà definitivamente la materia pensionistica archiviando la Legge Fornero, nella parte dedicata alla previdenza. Le novità introdotte o ventilate dal Premier, hanno suscitato opinioni contrastanti tra sindacati e forze politiche della maggioranza e dell'opposizione. Ad esercitare le maggiori pressioni sul premier Matteo Renzi, per conferire maggiore flessibilità al sistema pensionistico che verrà delineata con la futura legge di Stabilità è il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, da sempre impegnato nella lotta contro l'eccessiva rigidità dei criteri imposti dalla legge Fornero.

Damiano è fortemente critico sugli effetti della vecchia riforma che creò la grana degli esodati, e bloccò di fatto il ricambio generazionale nell'ambito del sistema produttivo.

Critiche dai sindacati per i ritardi nell'erogazione della quattordicesima Inps

Intanto continua a suscitare malumori in seno al mondo sindacale il pasticcio del governo sul pagamento delle quattordicesime Inps, con i gravi ritardi e gli inadempimenti, ai quali si aggiunge il recente comunicato dell'Inps che ha chiarito che i conguagli Irpef non saranno evasi nel mese di agosto ma subiranno ritardi. A tal proposito è intervenuto su Repubblica, il segretario dei pensionati Cisl, Bonfanti, che ha stigmatizzato "l'ulteriore scivolone dell'Inps ai danni dei pensionati", invitando il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ad occuparsi di più di del proprio lavoro e meno di politica. "Vogliamo sapere quanti sono i pensionati per i quali non si è proceduto al pagamento e a quanto ammontano i conguagli non erogati" ha tuonato Bonfanti, rimarcando il totale stato di impasse nel quale si trova attualmente attanagliato l'ente di previdenza italiano. Intanto il governo è sempre a caccia delle risorse che dovranno finanziare la flessibilità in uscita dei pensionati, e il cosiddetto prepensionamento, che consentirà a quanti si trovano ormai prossimi alla pensione di potere uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, accettando una parziale decurtazione dell'assegno pensionistico.