Non ci sono solo le 4 banche salvate per intervento pubblico - Popolare Etruria e Lazio, Carife, CariChieti e Banca Marche - a preoccupare i risparmiatori e gli investitori. Anzi, da settimane, e soprattutto con l'inizio del nuovo anno, i fari del mercato sono puntati tutti in direzione di due istituti di credito assai più grandi e quotati: il Monte dei Paschi di Siena e Banca Carige.
Perché sono le due banche, sotto osservazione da parte della Bce, che più rischiano un nuovo intervento di natura strutturale e finanziaria. Questo dice Piazza Affari da settimane, visto che le azioni degli stessi istituti stanno precipitando: una corsa al ribasso che sembra non finire.
Come dimostra l'apertura di settimana: Mps perde già questa mattina quasi il 2%, mentre Carige addirittura oltre il 3%. Entrambe le azioni, se la giornata di borsa dovesse continuare così, faranno segnare il nuovio minimo storico, intorno alla soglia di 1 euro di valore. Al di sotto di essa, diventerebbe in automatico quelle che gli anglosassoni chiamano "penny stock".
Rischio bail-in per Mps e Carige
Ma cosa spinge sempre più al ribasso i titoli della banca di Siena, una delle più antiche al mondo, e di Genova? Dopo anni di cure da cavallo - solo per Rocca Salimbeni si sono contati aumenti di capitale vicini complessivamente ai 10 miliardi con ricambi di vertice e di soci di riferimento -, pare che la luce in fondo al tunnel ancora non si veda.
Nonostante le dichiarazioni d'intenti dei vertici: l'ad Fabrizio Viola, nel caso di Mps, e il presidente Cesare Castelbarco Albani, sul fronte di Carige.
La vera minaccia si chiama bail-in. E' la direttiva europea Bank Recovery and Resolution Directive, recepita del governo italiano, che regolamenta le crisi bancarie. Voluta nel giugno 2013, nei giorni della crisi di Cipro e delle sue banche, introduce in tutti i paesi europei regole armonizzate per prevenire e gestire le possibili crisi delle banche retail.
La stessa direttiva BRRD regolamenta anche il cosidetto bail-in o "salvataggio interno" che potrebbe toccare anche i depositi. Tramite questa procedura, infatti, si svalutano azioni e crediti e li si converte in azioni per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in difficoltà (o una nuova entità che ne continui le funzioni essenziali).
Perché Mps e Carige sono nel mirino?
I dubbi del mercato sono legati al fatto che la cura da cavallo utilizzata per i due istituti di credito non sia ancora sufficiente. Per Mps c'è chi sostiene che siano necessari altre iniezioni di capitali a breve. Ma l'ennesimo, il quarto, aumento di capitale, per la banca senese sarebbe davvero difficile da sostenere visto che la Fondazione che un tempo la controllava ora è di fatto inesistente e che l'altro socio cosiddetto forte, la banca brasiliana Btg Pactual è da mesi al centro di polemiche sulla gestione interna.
L'unica soluzione per Mps sarebbe un matrimonio. Ma l'istituto è troppo grande per essere fagocitato da una banca popolare di taglia medio-grande come la bresciano-bergamasca Ubi Banca o il veneto Banco Popolare.
L'unico intervento salvifico potrebbe essere quello di un soggetto straniero. Ma finora il sistema-Paese non ha gradito questa soluzione.
Per Carige le cose stanno più o meno allo stesso modo. Gli aumenti di capitale servono a chiudere i buchi del passato e i nuovi soci forti, le famiglie Malacalza e Volpi non riescono a trovare la quadra. Serve una aggregazione anche in questo caso, anche perche' la banca e' leader in una regione poco attrattiva per altri istituti. Ma è sfumata oramai l'opzione Bpm.
https://it.blastingnews.com/economia/2015/12/etruria-o-veneto-banca-sono-casi-isolati-00704795.html
Per Carige.