L'italia rischia di non rispettare le regole del Patto di Stabilità stabilite dall'Unione Europea: il giudizio della Commissione Europea, esposto oggi nei confronti del nostro paese e di altri 5 stati dell'Unione (Cipro, Lituania, Belgio, Finlandia e Slovenia), sarà oggetto di attenta verifica entro il 5 dicembre. Verso i primi mesi del 2017 sarà inoltre presentata un'analisi nei confronti di 13 paesi dell'Unione Europea (tra cui Italia, Francia e Germania): per la Commissione Europea si prefigge un obiettivo ben preciso: quello del +0,5% di PIL nel prossimo anno.

Il terremoto ha inciso sulle spese dell'Italia

Tra le varie cause della preoccupazione della Commissione Europea nei confronti del bilancio italiano, vi è sicuramente il forte impatto dei costi relativi ai danni sismici di questo ultimo periodo, anche se il Commissario UE per gli Affari Economici ha dichiarato che sarà tenuto conto di questo aspetto. In aggiunta, anche la gestione dei flussi migratori incide in maniera significativa sul giudizio dell'Unione Europea nei confronti della capacità futura del nostro paese di rispettare il Patto di Stabilità. Per Renzi, la revisione del bilancio da part dell'Unione Europea rimane comunque qualcosa da bloccare: "L'europa faccia il suo mestiere, ovvero promuovere la crescita, e non solo l'austerity" ha obiettato il premier.

L'Italia e altri 12 paesi sotto la lente europea

Nel 2017 avverrà inoltre un'analisi approfondita della Commissione Europea nei confronti di 13 paesi dell'Unione, tra cui l'Italia. Si tratta di 13 stati (Italia, Francia, Spagna, Germania, Finlandia, Svezia, Bulgaria, Irlanda, Portogallo, Slovenia, Paesi Bassi, Croazia e Cipro) che già negli anni passati hanno presentato squilibri di bilancio.

Citando in particolare la Germania, la Commissione Europea intende effettuare un'analisi ancora più approfondita, in merito al crescente surplus esterno, sottolineando l'importanza di un eventuale ribilanciamento dell'economia verso fonti interne (la Germania è storicamente dipendente economicamente dalle attività di import ed export con altri paesi, rendendo di fatto l'economia interna una fonte di sostentamento di minoranza).