Oggi era una giornata particolare per quanto concerne i lavori alla Camera dei Deputati. Il Governo infatti ha chiesto la fiducia alla Camera e la successiva approvazione del Decreto Fiscale 193/2016. Per chi avesse perso qualche passaggio, il Decreto è un collegato alla Legge di Bilancio che il 24 ottobre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sulla rottamazione delle cartelle, rispetto al testo originale ci sono alcune modifiche. Il Decreto con le novità approvate continuerà il suo tour parlamentare al Senato, per essere convertito in Legge entro il 23 dicembre.

I lavori di oggi

Il Governo aveva posto la fiducia sul testo unico della Legge di Bilancio fuoriuscito dai lavori nella Commissione Bilancio. La fiducia è passata con 359 voti a favore su un totale di 525 deputati che hanno partecipato alla consultazione, mentre sul DL Fiscale 272 voti favorevoli e 137 contrari. Le Commissioni hanno così completato il loro lavoro sul decreto e la valutazione degli emendamenti arrivati. Il via al provvedimento è arrivato oggi, con qualche giorno di ritardo per alcuni provvedimenti a cui mancavano le coperture. Sciolti questi nodi, la Camera ha liquidato il testo e quindi, salvo capovolgimenti di fronte poco ipotizzabili, il Decreto sarà presto Legge.

Definizione agevolata, ecco come è stata cambiata

Rispetto al testo originale, cambiano le date di scadenza dell’istanza, il numero delle rate concesse ed è aggiunto anche il 2016 come anno di riferimento delle cartelle. Rottamazione non significa ricevere il condono per le cifre dovute, perché multe, tasse, tributi e interessi di mora rimangono da pagare.

In pratica, dal debito vengono esclusi interessi legali, le sanzioni e per le multe, le maggiorazioni dei comuni. La rottamazione offre al contribuente lo sconto in cambio di un pagamento più veloce. Infatti chi aderisce alla rottamazione deve pagare il debito ricalcolato, in 5 rate, 3 nel 2017 e 2 nel 2018, cioè il 70% il prossimo anno ed il restante 30% l’anno successivo.

Alla Definizione Agevolata, vanno aggiunti gli interessi annui del 4,5% nel caso i contribuenti decidano per la via delle rate, senza scegliere il pagamento in soluzione unica. Rientrano tutti i debiti dal 2000 al 2016, quelli con Equitalia (che recuperava per 6700 Enti e 3500 tra Comuni, Regioni e Province), con i servizi di riscossione della Regione Sicilia e di tutte le altre società incaricate dai singoli comuni anche per riscuotere le multe dal Codice della Strada. AI comuni viene lasciata la facoltà di decidere autonomamente se aderire o meno alla definizione agevolata.

La domanda

La rottamazione non è automatica, ma va richiesta, anche perché non a tutti i contribuenti converrà aderire.

Studi Legali, Associazioni di Consumatori e contribuenti sono alla ricerca dei possibili vantaggi e svantaggi di tutte le cartelle. Probabili cartelle prescritte e difficoltà a trovare i soldi nel breve periodo, probabilmente sono fattori che sconsiglieranno l’adesione per molti. Resta il fatto che Equitalia ha predisposto e pubblicato sul proprio sito ufficiale il modello di adesione, il DA1. Una novità appena licenziata dalla Camera è lo slittamento della scadenza per presentare istanza che dal 23 gennaio (90 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta del Decreto), passa al 31 marzo. Sicuramente i tempi tecnici per concedere al Concessionario la possibilità di cambiare il modello che prevedeva 4 rate anziché le 5 licenziate oggi.

Ripetiamo, entro marzo la domanda e probabilmente entro maggio la risposta di Equitalia circa l’approvazione della richiesta da parte del debitore, l’ammontare del nuovo debito e i bollettini da pagare. . Chi non ha mai pagato, chi ha una causa aperta e chi sta già pagando a rate possono aderire alla rottamazione, fermo restando che saltare una rata delle nuove, o pagare un importo inferiore fa decadere la rottamazione e fa tornare i debiti a come erano prima. Chi ha presentato già istanza con il vecchio modello, potrà integrarla entro il 31 marzo.