Ha fatto il giro di tutti i media la questione prescrizione bollo auto tornata di attualità con la nuova Legge di Bilancio. La manovra finanziaria che attualmente è in valutazione al Senato, prevede tra i suoi tanti punti uno che riguarda la prescrizione della tassa di proprietà degli autoveicoli. Il Governo sembra intenzionato ad inserire nell’ordinamento una norma interpretativa che porterebbe il bollo a prescriversi come tutte le altre cartelle per debiti tributari o erariali, cioè a 10 anni. Anche se come vedremo, tutto ciò significa un peggioramento della situazione per i contribuenti, questa norma interpretativa a cui pensa il Governo farebbe chiarezza su un istituto, quello della prescrizione bollo auto, che da sempre è circondato da dubbi ed incertezze, con diverse interpretazioni che la danno come fatta dopo 3, 5 o 10 anni.

Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe cambiare e come funziona oggi la prescrizione del bollo.

Scadenza triennale

Ciò che vuole fare il Governo, ciò considerare come non più esigibile il bollo auto dopo 10 anni, di per se non rappresenterebbe un problema grave se non ci fosse anche la questione arretrati da affrontare, cioè la retroattività di questo provvedimento. Qualora la novità fosse davvero inserita nel testo definitivo della manovra, anche coloro che si sentono sicuri di non dover pagare più il bollo degli anni precedenti per sopraggiunta prescrizione, si ritroverebbero in debito. La retroattività del provvedimento sarebbe per tutti i bolli con data anteriore a quella del 31 dicembre 2017.

Una bella differenza per coloro che si sentivano al riparo da sorprese essendo la scadenza del bollo fissata in 3 anni. In effetti, la legge in materia di bollo auto stabilisce la prescrizione triennale il cui conteggio è da far partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si doveva pagare la tassa. Per esempio, il bollo che avremmo dovuto versare quest’anno si prescriverà a gennaio 2021.

Una prescrizione normativa a se stante, valida solo ed esclusivamente per il bollo auto perché per le altre tasse o cartelle, come vedremo, la durata di validità delle pretese è maggiore.

Cartelle e versamenti annuali

Proprio la particolarità normativa che accompagna il bollo, insieme alla prassi utilizzata per chi evade le tasse, con l’inserimento dei Concessionari alla Riscossione e quindi delle cartelle esattoriali, sono i fattori che determinano questa confusione intorno all’istituto della prescrizione.

Quando si evade il bollo, la Regione a cui la tassa sarebbe dovuta invia la richiesta di pagamento al contribuente moroso. Se l’evasione continua, la Regione rimette il debito nelle mani di Agenzia delle Entrate Riscossione, come faceva con Equitalia, che avvia le azioni coattive con emissione della cartella esattoriale e relative azioni di fermo, ipoteca e pignoramenti. La cartella da parte del Concessionario deve arrivare al contribuente entro 2 anni da quando la Regione ha provveduto a consegnare il debito all’esattore con la cosiddetta iscrizione a ruolo. Cartelle inviate dopo i 24 mesi canonici portano alla decadenza del credito. Proprio il fatto che il bollo diventi una cartella esattoriale è il primo fattore di interpretazione complicata.

Le cartelle per qualcuno sono equiparabili a sentenze perché il loro mancato pagamento le rende definitive. Una cartella di pagamento si prescrive in 10 anni, quindi, proprio perché tale lasso di tempo riguarda le prescrizioni delle sentenze. Anche la Cassazione al riguardo ha sentenze contraddittorie, con casi, seppur isolati, dove i giudici hanno sancito la prescrizione decennale del bollo auto, proprio come intende fare il Governo. Un’altra via che fuoriesce da altre sentenze, invece, prevede la prescrizione a 5 anni perché il bollo auto si paga una volta all’anno e la prescrizione per le tasse a versamento unico annuale è proprio di 5 anni. Recentemente però, la Cassazione a Sezioni Unite ha fatto in qualche modo chiarezza, sancendo la differenza tra un atto amministrativo ed un atto di un giudice.

La cartella di pagamento è a tutti gli effetti un atto amministrativo e pertanto non può seguire le linee di prescrizione delle sentenze. In definitiva, il bollo si prescrive sempre in 3 anni, anche dopo che è diventata cartella esattoriale ed a prescindere che sia stata impugnata o contestata nei soliti 60 giorni.