Gli operatori telefonici sono stati costretti a tornare alla fatturazione mensile, dopo che avevano concertato la riduzione ai 28 giorni, con un sovraccarico di spesa superiore all'8% per gli utenti. La riduzione dei giorni del traffico, in vigore ormai da mesi, sarà presto cancellata, ma le compagnie telefoniche si sono preparate a non perdere il guadagno aumentando di comune accordo la tariffa mensile o quella prepagata, per cui gli utenti avranno una maggiorazione mensile dei costi. Ma il previsto rialzo, già andato in vigore per moltissimi utenti, è stato sospeso in via cautelare dall'Antitrust.

Per il Garante si tratta di un'azione nebulosa che crea danni irreparabili al principio di concorrenza e quindi ai consumatori.

Punita la strategia degli operatori telefonici?

Nel febbraio scorso è stata lanciata un'indagine circa alcune manovre delle principali compagnie telefoniche, tese a concertare una comune strategia per rialzare i prezzi di tutti gli operatori, in modo da non creare differenze di tariffe e quindi cambi di operatori. L'importo calcolato per l'imminente rialzo sarebbe identico per Tim, Wind tre, Vodafone e Fastweb che hanno coordinato una strategia grazie ad Asstel. Il Garante però non ha gradito la manovra comune, intimando alle compagnie di esibire ognuno la propria offerta in autonomia.

L'aumento dell'8,6% è scattato appena è terminata la fatturazione a 28 giorni, mentre per alcuni utenti ancora non è rientrata in vigore quella mensile. L'indagine prevede anche di controllare in che modo gli operatori abbiano avvisato gli utenti del cambiamento. Le ispezioni dimostrano che tutte le compagnie abbiano comunicato ai clienti, nello stesso periodo, il cambiamento di durata della fatturazione di un mese invece che di quattro settimane.

Contemporaneamente hanno avvisato della variazione di prezzo del canone in modo da ridistribuire la spesa in 12 mesi invece dei 13 mesi, risultato di 4 settimane per un anno. Le spiegazioni, che lasciavano intendere poco chiaramente la quantità dell'aumento, riguardavano solo la spesa complessiva senza nessun chiarimento su quella che sarebbe stata la spesa mensile.

Ora le compagnie telefoniche sono in stand by perchè devono riproporre l'offerta dei loro servizi in maniera più consona, ovvero in modo autonomo e non concertandola con i concorrenti. L'Antitrust, l'autorità che vigila sul mercato e sulla concorrenza nell'ultimo periodo sta tenendo d'occhio le compagnie telefoniche, anche in materia di pubblicità e strategie ingannevoli.