Non si sono ancora spente le ceneri delle polemiche suscitate dai rimborsi delle bollette telefoniche per la fatturazione a 4 settimane che sulla Tim arriva un'altra pesante tegola. L'Antitrust, infatti, avrebbe inflitto alla società telefonica una multa estremamente salata, pari a quasi 5 milioni di euro, per aver adottato una pubblicità ingannevole per reclamizzare il suo servizio di fibra ottica. Vediamo di capire su quali basi di fatto e di diritto l'Antitrust ha basato la sua sanzione e quali potrebbero essere le conseguenze a livello economico per l'azienda e i consumatori.

Il comunicato dell'Antitrust

L'autorità di vigilanza sul mercato e la concorrenza ha emesso una nota in cui ha specificato le ragioni che l'hanno indotta ad irrogare la multa milionaria alla tim. Infatti, secondo quanto si legge nel comunicato dell'autorità, l'azienda ha utilizzato dei messaggi che facevano chiaramente intendere che la connessione fornita sarebbe stata, integralmente, in fibra ottica e la velocità di connessione sarebbe stata resa disponibile a livelli massimi.

Nei messaggi, inoltre, la Tim non avrebbe evidenziato le reali caratteristiche dell'offerta, né reso edotto il consumatore delle eventuali limitazioni cui era soggetta l'offerta stessa. Come ad esempio la mancata copertura della zona geografica interessata, o le diverse performance dovute alla diversa tecnologia utilizzata per fornire la connessione.

Inoltre, continua sempre il comunicato, la Tim non ha reso sufficientemente chiaro che era necessario attivare delle ulteriori opzioni, ovviamente a pagamento, per poter raggiungere il massimo delle prestazioni dalla connessione.

Le conseguenze sul mercato

Come mette anche in evidenza il comunicato dell'Antitrust, la condotta ingannevole adottata da Tim è particolarmente grave, data l'importanza che il settore delle telecomunicazioni riveste non solo a livello di economia nazionale ma, soprattutto, per le abitudini e da modelli di consumo adottati dai consumatori che stanno rapidamente modificando la società, anche per la sempre più diversificata offerta di servizi digitali disponibili sul mercato.

Ciò lascia presumere che lo stesso metro di misura verrà adottato anche per le altre compagnie telefoniche presenti sul mercato italiano, e potrebbe incidere anche sui recenti programmi di sviluppo che la Tim ha messo in campo, ad esempio sulla rete 5G. Tanto più ora che Open Fiber, la società partecipata da Enel e Cdp concorrente diretta di Tim, starebbe incontrando difficoltà ad effettuare le necessarie coperture nonostante abbia vinto ben due bandi per 16 regioni.