Sull’aumento delle Pensioni minime fino alla soglia prevista di 780 euro al mese Di Maio non arretra, senza dimenticare il reddito di cittadinanza che per il vicepremier in quota M5S rappresenta condizione fondamentale per l’ok al Def. E poco importa se per varare queste attese misure, punto cardine del contratto di governo sottoscritto alla vigilia dell’insediamento di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, serviranno tanti miliardi da rendere necessario un sostanzioso sforamento del rapporto deficit/pil.
La contesa di parte della maggioranza con il ministro dell’Economia e delle Finanze Tria sembra ancora in corso e promette scintille fino all’ultimo giorno di discussione della legge di bilancio 2019: al professore che dallo scorso 31 maggio ha in mano le leve dei conti pubblici e le relative responsabilità, anche politiche, spetta l’arduo compito di trovare un compromesso tra le diverse istanze presenti nella coalizione “gialloverde”, con un occhio di riguardo all’equilibrio delle casse statali e ai rapporti (ormai ad alta tensione) con gli attentissimi osservatori di Bruxelles.
Reddito di cittadinanza e pensioni minime a 780 euro: l'annuncio di Di Maio
In ogni caso, l’erede di Pier Carlo Padoan oggi sa che il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio è pronto a “staccare la spina” se le proposte chiave del programma elettorale 5S non verranno recepite, in tempi certi e senza stravolgimenti né ostacoli (si pensi alle preoccupazioni del portavoce Rocco Casalino sul rischio che i funzionari ministeriali remino contro), nella futura finanziaria. “Vogliamo fare una manovra che abolisca la povertà” si è spinto a promettere il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ai microfoni di Radio Capital, lanciando un segnale forte a milioni di italiani che in misure anti-crisi come reddito di cittadinanza e aumento pensioni minime ripongono grandi speranze dal giorno dopo delle elezioni politiche del 4 marzo 2019.
Pensioni minime e reddito di cittadinanza, Di Maio vuole tempi stretti
Tra i provvedimenti annunciati come prossimi all’entrata in vigore, Luigi Di Maio non ha comunque mancato di citare espressamente l’abolizione, o meglio il “superamento” della legge Fornero sull’età pensionabile, che secondo le ultime ipotesi dovrebbe avvenire attraverso il meccanismo della "quota 100" (somma di quoziente anagrafico e annualità di contributi versati), la “sburocratizzazione” a beneficio delle imprese e l’abbattimento della pressione fiscale tramite la “flat tax”, riforme queste ultime tanto care alla Lega di Matteo Salvini.