La fattura elettronica, nonostante tutti gli sforzi dell'Agenzia delle Entrate, potrebbe rivelarsi molto più ostica e problematica di quanto possa sembrare, soprattutto per diverse categorie di operatori economici. I benzinai, che sono stati tra le prime categorie a dover sottostare all'obbligo di emissione della fattura elettronica, tramite le loro associazioni di categoria hanno annunciato due cose.

In primo luogo una limitazione nell'emissione della fattura elettronica dal prossimo 1 febbraio e, in secondo luogo, per sollecitare il governo M5S-Lega ad ascoltare le loro richieste hanno proclamato uno sciopero generale per il prossimo 6 febbraio 2019.

Allo stesso tempo diversi esercizi commerciali, sia di modeste dimensioni ma anche appartenenti alla Grande Distribuzione Organizzata, rifiutano categoricamente di fare la fattura elettronica o, come extrema ratio, chiedono una commissione extra per emetterla. Andando, quindi, contro la legge.

L'annuncio dei distributori di carburante

Come riferisce la rivista online Agenda Digitale, dal prossimo 1° febbraio tantissimi benzinai cominceranno ad emettere la fattura elettronica solo dietro pagamento anticipato del carburante per mezzo di assegno circolare o bonifico bancario.

Tanto più che gli esercenti distributori di carburante sono già in contrasto con il ministero dell'Economia e delle Finanze, in quanto quest'ultimo ha annullato il rimborso sulle commissioni relative alle carte di pagamento elettroniche. Cosa che ha inciso pesantemente sul settore della distribuzione di carburante per autotrazione. Inoltre, da molte parti d'Italia giungono segnalazioni da parte dei consumatori circa il rifiuto di emissione della fattura o di applicazioni di un costo extra per il suo rilascio.

I benzinai motivano la loro contrarietà spiegando che il combinato disposto dell'introduzione della fattura elettronica con l'annullamento del rimborso delle commissioni pagate sulle carte di credito (rimborso che, dopo una battaglia lunga 15 anni, era stato finalmente concesso con la precedente Manovra 2018) ha fatto aumentare in maniera esponenziale le transazioni cashless.

E ogni 100 euro di commissioni bancarie pagate dal Gestore, all'attuale prezzo medio della benzina (cioè 1,50 euro al litro), ben 66,59 euro sono generati dal tributo incassato dall'Erario, cioè proprio il ministero dell'Economia e delle Finanze. Questo modus operandi per i benzinai favorisce esclusivamente chi gestisce le transazioni e, in particolare, le entrate tributarie dello Stato a tutto danno degli esercenti.

Il caso di commercianti e supermercati

Ma non sono solo i benzinai a rifiutarsi di emettere la fattura elettronica. Come accennato, nelle ultime settimane si stanno moltiplicando le segnalazioni di consumatori che si sono visti rifiutare l'emissione o addirittura chiedere una commissione extra sia da piccoli commercianti che da punti vendita della GDO. In alcuni casi vengono esposti cartelli in cui si dice che la fattura elettronica sarà emessa solo in precisi orari. E questo in quanto deve essere presente un addetto che deve presidiare la postazione dedicata. Nelle altre ore la fattura elettronica non verrà emessa.

Occorre precisare che entrambi questi comportamenti, stante il dettato normativo, sono quanto meno irregolari e potrebbero legittimamente essere segnalati alle competenti autorità di vigilanza, in altre parole alla Guardia di Finanza innanzitutto. Nello specifico, l'articolo 21 del DPR n°633/72 al punto 8 stabilisce espressamente che "le spese di emissione della fattura non possono formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo".