Molte famiglie italiane percepiscono il reddito di inclusione (REI), misura di contrasto alla povertà varata dal governo Gentiloni. L'esecutivo Conte invece, ha varato una nuova misura unica di contrasto alla povertà, l’ormai celebre reddito di cittadinanza. Dopo l’ok della Ragioneria di Stato al decreto che oltre al reddito di cittadinanza prevede anche la quota 100, l’attesa si sposta solo sulla data di partenza della novità. La nuova misura andrà a sostituire la vecchia, ma per il momento, il REI resta pienamente attivo ed è possibile presentare domanda per coloro che rientrano nei requisiti o continuare a percepirlo aggiornando l’Isee.

Se le ipotesi che danno il RDC in azione da aprile saranno confermate, il reddito di inclusione verrà abrogato proprio ad aprile, con i beneficiari che dovrebbero passare da una misura all’altra senza ulteriori obblighi di domanda. Su questo i dubbi sono ancora tanti, perché nulla è ancora definito e soprattutto perché sono molte le differenze tra le due misure che si prefiggono lo stesso obbiettivo, cioè la lotta alla povertà ed all’esclusione sociale e lavorativa.

Ci vuole sempre l’Isee per procedere alla richiesta del Rdc

Una delle poche cose che accomunano le due misure è senza dubbio l’Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente della famiglia. Dopo l’ultima riforma del documento con cui gli italiani possono sfruttare le agevolazioni su numerose prestazioni assistenziali e non oggi vigenti, la scadenza è stata fissata per il 15 gennaio di ogni anno.

In pratica, occorre rinnovare l’Isee ogni anno, con quello del 2019 che avrà validità fino ad agosto, quando andrà nuovamente rinnovato con la sua nuova versione precompilata. Per percepire il REI è necessario avere un Isee in corso di validità e lo stesso sarà per il reddito di cittadinanza. Per coloro che vogliono percepire il REI, attendendo la nuova misura ad aprile, l’Isee deve essere non superiore a 6.000 euro, con un Isre massimo di 3.000 euro, immobili di proprietà di valore massimo pari a 20mila euro (senza considerare la casa di abitazione) e patrimonio mobiliare (i soldi in banca) non superiore a 6.000 euro per i single che sale di 2.000 euro per ogni figlio a carico fino alla soglia massima di 10.000 euro.

Per il reddito di cittadinanza invece, la soglia Isee da non superare sarà di 9.360 euro, il patrimonio mobiliare identico al Rei e quello immobiliare sempre escludendo la prima casa, al di sotto di 30.000 euro.

I beneficiari

Per entrambe le misure i beneficiari devono essere cittadini italiani o stranieri che risiedono in Italia da un determinato periodo.

Una delle differenze tra i due strumenti è proprio la platea degli aventi diritto. Infatti per gli stranieri, nel REI si rientra se la residenza effettiva in Italia è datata almeno da due anni. Per il reddito di cittadinanza invece è necessario risultare residenti nella penisola da almeno 10 anni. La vecchia misura prevede 2 miliardi di stanziamento mentre la nuova 6 miliardi. Differenti anche gli importi, con il REI che si ferma a 540 euro per le famiglie più numerose mentre il RDC arriva a 780 euro per un single con zero reddito e sale fino a 1.140 euro per nuclei familiari più corposi. La durata delle due misure, almeno di partenza è la medesima, cioè 18 mesi. Il vecchio strumento però può essere rinnovato massimo una volta con 6 mesi di attesa tra la prima fase e la seconda. Il RDC invece potrebbe essere rinnovato per due periodi interi e senza pause, cioè per 36 mesi complessivi.