Al termine di un percorso negoziale durato più di un anno, la normativa europea sugli accantonamenti per i crediti deteriorati (Non Performing) è stata finalmente aggiornata. Oggetto delle principali discussioni e trattative è stata la griglia in base alla quale, col trascorrere del tempo dalla data di classificazione di un credito come deteriorato, gli accantonamenti dovranno essere progressivamente aumentati.
La nuova disciplina si presenta perfettamente complementare con le indicazioni fornite dalla Banca Centrale Europea in termini di costituzione nel tempo di buffer progressivi a fronte dei rischi connessi con gli attivi deteriorati, secondo uno schema crescente nel tempo e diversificato a seconda della tipologia degli asset portati come garanzia.
La griglia di riferimento
La nuova normativa distingue tra:
- Crediti sprovvisti di garanzie (Unsecured) per i quali andrà creato un buffer al 35% dopo due anni e 100% dopo 3 anni
- Crediti garantiti da beni mobili (Secured by movable collateral) per i quali gli accantonamenti andranno portati gradualmente al 100% in 7 anni
- Crediti garantiti da beni immobili (Secured by immovable collateral) per i quali gli accantonamenti andranno portati gradualmente al 100% in 9 anni.
La ratio del provvedimento consiste nell'istituzione di un meccanismo prudenziale in base al quale gli istituti di credito devono incrementare progressivamente nel tempo i propri accantonamenti a fronte dei crediti deteriorati.
La distinzione tra secured e unsecured serve a tenere conto della mitigazione del rischio portata dalla esistenza di garanzie.
La principale differenza rispetto allo schema indicato dalla BCE che non distingue tra garanzie mobili e immobili e prevede tempi leggermente più veloci (2 anni per i crediti non garantiti e 7 per i crediti garantiti) riguarda la natura delle prescrizioni: mentre la banca centrale può fornire solo indicazioni di vigilanza, il parlamento e il consiglio introducono delle regole che diventeranno vincolanti dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale.
Le conseguenze per le banche
La normativa si iscrive in modo coerente in una strategia complessiva per la riduzione dei rischi del sistema bancario europeo, che prevede la dismissione degli attivi non performing e l'incremento degli accantonamenti fino al 100%.
A questo proposito sono stati approntati anche strumenti straordinari come la GACS limitata alle banche italiane (è in discussione una normativa analoga per la Grecia) volti a modulare nel tempo gli impatti economici di queste operazioni.
A una prima valutazione, le modifiche introdotte non dovrebbero avere impatti troppo rilevanti per gli istituti di credito italiani, per i quali è in atto un percorso di dismissione degli attivi non core che ha portato negli ultimi anni a trasferire fuori dai bilanci degli isitituti di credito circa metà dei crediti di qualità peggiore (bad loans).