Oggi il Parlamento di Strasburgo potrebbe votare per l'abolizione dell'ora legale nell'Unione Europea, dunque anche in Italia. Chi ha portato avanti la risoluzione parla di un cambiamento - due volte l'anno, a ottobre e a marzo - scomodo, addirittura in grado di provocare danni all'essere umano, ai ritmi circadiani, ossia all'alternanza sonno - veglia. Un'ora in meno o in più di sonno, dicono i promotori su basi scientifiche e mediche, determina stanchezza, irritabilità, malessere.

In particolare, la deputata finlandese Heidi Hautala porta all'attenzione decine di studi scientifici che parlano di danni alla salute di esseri umani e animali. Anne Berber chiede invece che venga lasciata libertà di scelta a ogni singolo Paese. Il che andrebbe a incidere su una delle poche cose che uniscono l'Europa: le lancette che si spostano un'ora più avanti o più indietro. Dando origine a ora legale e a ora solare.

Ora legale: Nord Europa per l'abolizione

Sono in particolare i Paesi del Nord Europa a chiedere l'abolizione dell'ora legale. A loro si sono accodati i parlamentari dell'Europa dell'Est.

L'area del Mediterraneo sarebbe invece per lasciare tutto così com'è. Sarà la Commissione dell'Unione Europea. comunque, a dire l'ultima parola in merito. A oggi, sono 70 circa i Paesi che adottano questo sistema, e quasi tutti appartenenti all'Unione Europea. Un sistema che serve a regalare ai cittadini più ore di luce naturale, con ovvio risparmio energetico.

Stiamo parlando di un'autentica tradizione mondiale, effettivamente. La prima volta che qualcuno pensò a questo espediente è infatti di prima dell'Ottocento. Quando uno dei padri della patria americana scoprì che si poteva risparmiare energia elettrica semplicemente spostando le lancette dell'orologio.

Ora legale: da Benjamin Franklin in poi

1784, dunque: fu Benjamin Franklin a scoprire che questo poteva essere il modo migliore per risparmiare energia. Ma ci volle più di un secolo, esattamente il 1916, perché a Londra la Camera dei Comuni istituisse l'ora estiva nel quadro delle misure necessarie per tagliare le spese derivanti dalla Prima guerra mondiale. La Gran Bretagna è stata dunque la capofila europea. Gli Stati dell'Ue hanno poi accolto questa scelta un po' alla volta, in particolare negli anni Settanta, di fronte alla grande crisi economica.

La Comunità economica europea nel 1981 ha iniziato a mettere mano alla questione, nel 2002 è entrata in vigore la direttiva tuttora vigente. Che fa sì che gli orologi vadano indietro e avanti di sessanta minuti due volte l'anno.

Ora legale, in gioco autorevolezza di Parlamento e Commissione

Se pensate che l'abolizione dell'ora legale sia solo un semplice tic tac, vi sbagliate. C'è in ballo l'autorevolezza del Parlamento europeo e della Commissione Ue. Nel 2015, infatti, l'Aula chiese i dati precisi dei costi e dei benefici economici derivanti dall'ora legale. La Commissione decise però di non approfondire. Adesso, il Parlamento ci riprova: dateci i dati.

Forte della richiesta di alcuni Paesi membri, tra cui la Finlandia che, nell'ottobre scorso, ha raccolto 70 mila firme per abolire il cambio dell'ora. Da qui, da Helsinki, parte la vera battaglia contro quel meccanismo che porterebbe a insonnie prolungate e a stanchezza durante il giorno.

Pigrizia che inciderebbe eccome sull'economia e sul lavoro.

A supporto, due studi - uno finlandese e uno americano - che parlano di stato fisico allarmante a due giorni dal cambio d'ora: +8 per cento i casi di ictus, che arrivano a +20 per cento per gli over 65 e al 25 per cento per chi ha un tumore. E ancora: +10 per cento gli infarti. L'Ue s'interroga, insomma: seguire gli Stati Uniti, che stanno dibattendo sull'abolizione, e intraprendere la strada di Russia e Turchia, che già hanno abolito l'ora legale? Oppure lasciare tutto così com'è.