Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul Recovery Fund con la quale impegna la Commissione a costituire un fondo di 2000 miliardi di euro da finanziarsi attraverso l'emissione di obbligazioni garantite direttamente dalla Ue. È il concetto di eurobond, fino a poche settimane fa duramente osteggiato dalla Germania e dal gruppo di Stati ad essa collegati (Austria, Olanda, Danimarca, ecc.).
La risoluzione del Parlamento vincola, però, la destinazione di tale fondo alle esigenze della lotta all'epidemia Covid-19 e, per questo, è stato ribattezzato Recovery Fund. Tali risorse sono aggiuntive a quelle del Mes e a quelle del Bilancio europeo finanziato direttamente dagli Stati membri. Si tratta della proposta di mediazione francese con la quale si è riusciti a spuntare il parere favorevole anche della Germania e degli altri Stati contrari agli eurobond.
Pd, M5S e Forza Italia favorevoli al Recovery Fund, Lega e FdI astenuti
La risoluzione del Parlamento europeo è stata approvata a larghissima maggioranza.
I voti a favore sono stati 505, a fronte di 119 voti contrari e 69 astensioni. Tra i parlamentari italiani hanno votato a favore quelli del Pd e di Forza Italia che, a Bruxelles fa parte del Ppe, cioè il raggruppamento a cui aderisce anche Angela Merkel. Favorevoli anche gli europarlamentari del M5S, che supportano la Commissione Von der Leyen. Leghisti e FdI si sono invece astenuti.
Ora spetta proprio alla Commissione europea dare un contenuto alla proposta di Recovery Fund. Il testo predisposto dalla stessa dovrà poi essere approvato dal Parlamento con un atto legislativo di concerto con il Consiglio Ue. Poiché il Consiglio rappresenta gli Stati membri e non gli eletti su base di partito, la Commissione dovrà preventivamente premunirsi adottando una proposta condivisa.
Braccio di ferro a Bruxelles non solo sul Recovery Fund ma a tutto campo
A questo punto la questione Politica si fa complessa. Nel Consiglio Ue infatti ci si dovrà accordare nuovamente con il gruppo degli Stati che non vedono di buon occhio l'adozione degli eurobond. Questi tenteranno di ridimensionare quanto più possibile l'ammontare del fondo. Inizialmente, infatti, si era ipotizzato che potesse toccare i 500 miliardi di euro. Poi i numeri sono scomparsi. Infine, nella risoluzione parlamentare, è stato approvato un tetto pari a 2000 miliardi.
Inoltre, data la ristrettezza dei tempi, la trattativa tra la Commissione e gli Stati membro non potrà non estendersi a tutto il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, ancora da definire per intero.
Anche l'ammontare del contributo degli Stati membro al finanziamento di tale strumento, infatti, non è stato deciso. La Commissione aveva chiesto al Consiglio degli Stati di destinare al Bilancio Ue l'1,11% delle proprie finanze.
Oltre al Recovery Fund il Parlamento invita la Ue ad acquisire 'risorse proprie'
I quattro Stati detti “frugal four” (Olanda, Austria, Danimarca e Svezia) continuano a puntare i piedi perché non superi l'1%. Il Parlamento, invece, si era espresso per l'1,3%, precisando che, in ogni caso, è titolare del diritto di veto sulle proposte della Commissione. Inoltre, con la risoluzione sul Recovery Fund approvata, il Parlamento europeo invita la Commissione a individuare risorse proprie da affiancare ai contributi degli Stati membri.
Per l'acquisizione di tali risorse non vi è altro strumento che l'imposizione diretta o indiretta. Il Parlamento ha suggerito un'imposta sulle società, una sulle transazioni finanziarie e sui prodotti altamente inquinanti come la plastica o quelli che generano emissioni di carbonio. In un'economia, come quella europea, già oggetto di forte tassazione, comunque tali ipotesi sembrano poco credibili.