Nei dibattiti televisivi si sente spesso dire che l'Italia versa all'Europa più risorse di quante ne riceve; in effetti analizzando i dati pubblicati da un recente rapporto del Censis, ci si accorge che lo Stato italiano è il terzo maggior contribuente dopo Germania e Francia. In media tra il 2007 ed il 2012, l'Italia ha versato annualmente all'Unione Europea circa 15 miliardi di euro, ricevendone 9, con un saldo passivo di circa 6 miliardi annui. Tra i Paesi che invece hanno beneficiato maggiormente dei fondi europei figurano la Polonia, la Grecia, la Spagna ed i Paesi dell'est Europa.
Questi dati possono sembrare paradossali visto che l'Italia proviene da anni di crescita negativa, inoltre bisogna aggiungere che la ripartizione dei fondi avviene secondo regole abbastanza discutibili, basti pensare che il Regno Unito versa all'Europa meno risorse dell'Italia in virtù di una accordo siglato nel 1984 ( Trattato di Fontainebleau ). Un altro elemento da considerare è quello relativo all'efficacia dei programmi europei finanziati dall'Unione Europea, su questo argomento non esistono delle statistiche chiare e trasparenti che dimostrino la reale efficace di tali progetti.
Quanto detto finora dimostra che la configurazione dei fondi strutturali europei non tiene conto dell'andamento del ciclo economico, ed anzi si basa su questioni politiche che non hanno nulla a che fare con l'economia.
Un errore che spesso viene fatto quando si discute su queste tematiche è quello di confondere l'appartenenza all'Unione Europea con l'adesione all'Euro, bisogna sottolineare come le due questioni siano profondamente diverse. I versamenti che sono stati analizzati in quest'articolo derivano dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea, ciò implica che un'uscita dell'Italia dall'Euro non comporterebbe un risparmio di tali risorse.
In conclusione, i dati evidenziano due amare verità: la prima è che che i Governi italiani susseguitisi negli anni non sono stati in grado di tutelare gli interessi del Paese che rappresentavano, la seconda è che i fondi strutturali europei devono essere ridiscussi con la massima urgenza.