L'Istituto Comprensivo Ghiberti, in accordo con la dirigente del liceo artistico di Porta romana, ha realizzato sulla parete della scuola primaria "Anna Frank" di Firenze, un murale commemorativo della celebre ragazza ebrea, morta nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-belsen.
Al taglio del nastro di mercoledì 26 gennaio erano presenti, oltre ai dirigenti scolastici dei due plessi, Annalisa Savino e Laura Luzzi, anche l'assessore all'educazione Sara Funaro e l'assessore alle politiche giovanili Cosimo Guccione.
Entrambi hanno ricordato l'importanza di tenere alta l'attenzione sul tema della Shoah nelle scuole, volendo offrire ai bambini non solo una testimonianza storica, ma anche un percorso didattico in cui possono approcciarsi al tema della libertà.
Un percorso di memoria
Gli studenti della scuola d'Arte hanno realizzato l'opera in stile Street art che migliora l'edificio scolastico dal punto di vista estetico, offrendo una bella occasione ai bambini di ricordare e conoscere la scrittrice ebrea, simbolo della Shoah, ogni giorno.
Su una pagina dipinta nel murale Anna racconta "Pensa a tutta la bellezza rimasta attorno a te e sii felice" e sulla pagina in primo piano "Ricchezza, fama, tutto puoi perdere ma questa felicità nell'intimo del tuo cuore può soltanto velarsi e si rinnoverà finché vivrai".
Parole di speranza che aiutano i bambini della scuola primaria ad avvicinarsi alla storia orribile della Shoah guardando il viso, leggendo il pensiero e l'esperienza che hanno portato Anna Frank a scrivere le pagine del diario.
Chi era Anna Frank
Anna Frank era una ragazzina tedesca di radici ebraiche. Nata a Francoforte in Germania, si trasferì con i genitori e la sorella maggiore ad Amsterdam per sfuggire alle leggi razziali naziste. Nel 1940, però, anche l'Olanda cadde sotto il domino nazista e gli ebrei furono oggetto di gravi restrizioni. Anna, come altri ragazzini ebrei, non poté più frequentare cinema, teatri e parchi. Al padre, Otto Frank, fu proibito di condurre la sua impresa di commercio di pectina e erbe aromatiche e Anna fu obbligata a lasciare la scuola per frequentare quella per ebrei.
Con l'aggravarsi delle restrizioni la famiglia si ritirò nel retro di uno stabile che Otto rimise in sesto grazie all'aiuto di alcuni amici olandesi. Nei successivi due anni Anna scrisse 'La casa sul retro' sulle pagine del diario che le avevano regalato per il suo tredicesimo compleanno. Non lo aveva ancora finito quando la deportarono insieme alla madre e alla sorella a Auschwitz ma qualcuno riuscì a salvarne molte pagine, tradotte in tantissime lingue e divenute importanti per la loro intensità vitale e la testimonianza storica