La trovata di un gruppo di ultras della lazio, notoriamente di estrema destra, che hanno stampato e mostrato in curva degli adesivi che ritraggono un fotomontaggio di Anna Frank che indossa la maglia della Roma ha scatenato un putiferio di polemiche, tanto che la notizia ha guadagnato risalto persino sulla stampa internazionale. La società laziale ha preso le distanze dal gesto dei tifosi, mentre la Federcalcio ha disposto che prima delle prossime partite di Serie A sia letta una pagina del diario di Anna Frank. Cogliamo questa occasione per ricordare brevemente la sua storia.
Chi è Anna Frank
Annelies Marie Frank, spesso italianizzato in Anna Frank, classe 1929, è una ragazzina di origine ebrea tedesca appartenente ad una famiglia di Francoforte sul Meno che, dopo la salita al potere del Fuhrer e l'inizio delle persecuzioni razziali decise di trasferirsi ad Amsterdam, dove il padre diede vita ad una attività imprenditoriale. Ma i guai della famiglia non finirono con il trasloco, poiché nel 1940 le truppe del terzo reich invasero i Paesi Bassi, riducendo progressivamente gli spazi di libertà concessi agli ebrei, fino a quando nel 1942, quando Anna aveva 13 anni, la sua famiglia fu costretta a nascondersi in alcune stanze occultate all'interno di un edificio di Amsterdam dove il padre in precedenza aveva un ufficio, per evitare di finire in un campo di concentramento.
Durante questo periodo di clandestinità, protrattosi per oltre due anni, Anna scrisse un diario che dopo la fine della guerra sarà pubblicato in tutto il mondo diventando un simbolo dell'olocausto.
Costretti a nascondersi
Insieme ad Anna Frank e alla sua famiglia - padre, madre e sorella - trovarono rifugio anche la famiglia Van Pels - una coppia con un figlio - e un dentista.
Otto persone costrette a vivere in spazi ristretti senza fare il minimo rumore. L'entrata nell'alloggio segreto era occultato da una libreria posta in un ufficio, e gli impiegati che ci lavoravano fornivano alla famiglia gli alimenti necessari per la sopravvivenza e qualche informazione su quello che stava accadendo fuori.
Il diario di Anna Frank
La ragazzina durante la prigionia decise di scrivere un diario al quale affidare le proprie emozioni e descrivere come il gruppo trascorreva le sue giornate in quegli angusti spazi. Il periodo di clandestinità si protrasse per oltre due anni, fino a quando nell'Agosto del 1944 per motivi mai chiariti - forse si trattò di una soffiata - la polizia di sicurezza del terzo reich scoprì il nascondiglio. Tutti gli occupanti furono deportati, insieme ai due impiegati che li avevano aiutati.
La morte di Anna Frank
Dopo la fine della guerra l'unico superstite del gruppo è Otto Frank, il padre di Anna. L'uomo ignaro delle sorti di moglie e figlie cerca di ritrovarle, ma presto scopre che sono morte di malattia e di stenti nel lager di Bergen-Belsen.
In seguito gli vengono consegnati i fogli del diario di Anna, che dopo la deportazione erano rimasti nell'alloggio segreto. Alcuni amici dell'uomo lo convincono che sia un documento di grande valore storico e viene stampato inizialmente in una tiratura di sole tremila copie. Ma il successo che otterrà sarà tale che gli faranno seguito innumerevoli ristampe e traduzioni in molte lingue, oltre a ispirare opere teatrali e cinematografiche.