In base ai risultati della recente ricerca di CBRE, gruppo mondiale statunitense di consulenza immobiliare, gli investimenti relativi al comparto immobiliare in Italia hanno subito un incremento sostanziale rispetto allo scorso anno. Il periodo di riferimento è il primo trimestre dell'anno. Secondo le rilevazioni si è trattato di un incremento del 16%, del valore di 720 milioni di euro.
Secondo la CBRE "l'Italia sta beneficiando della maggiore disponibilità di liquidità nel settore", anche se quest'ultima non è minimamente paragonabile a quella dei mercati di Austria, Spagna e Irlanda.
La tendenza di miglioramento si riscontra comunque in tutto il panorama europeo. Questo avanzamento positivo dipenderebbe essenzialmente da tre fattori: il miglioramento della fiducia da parte degli investitori, la maggiore disponibilità di debito e una maggiore attività da parte degli investitori opportunistici nell'ambito dei Recovering Markets. La sinergia di questi elementi avrebbe determinato una crescita evidente nel volume degli investimenti immobiliari già all'inizio dell'anno. La percentuale di crescita in Europa è pari al 18% (37,9 miliardi di euro). L'Austria, l'Irlanda, la Spagna e la Finlandia sono i Paesi in cui si è registrata una crescita maggiore.
In Italia, a prescindere dal clima di euforia conseguente a queste positive rilevazioni, persiste tuttavia un elemento di fragilità, come evidenziato da Paolo Bellacosa, executive director capital markets in Italia per CBRE. Questa fragilità riguarderebbe i fondamentali macroeconomici del Paese con influssi negativi sulla disponibilità di prodotto e sul flusso degli investitori.