In questi giorni Carlo Cottarelli va pianificando sensibili tagli al monte pensionistico italiano col fine di reperire le risorse atte ad alimentare la spending review 2014; tra le tipologie di Pensioni sui quali si abbatterà la scure del governo, gli assegni per le pensioni di guerra, quelli per gli invalidi e soprattutto quelli di reversibilità, dalla decurtazione dei quali Cottarelli mira ad incamerare circa 100 milioni di euro. Il premier Renzi ha sottolineato come per il momento Cottarelli stia semplicemente stilando una lista, con ciò evidenziando che solo il parere del governo conterà per dar corso o meno ai tagli inseriti ‘sulla carta’ dallo stesso responsabile della spending review 2014.
Considerata la configurazione del Jobs Act, che ha sostanzialmente dimenticato la previdenza, appare evidente come lo stesso Renzi non sia al momento intenzionato ad investire in un irroramento del monte pensionistico, ma limitatamente a quali voci delle pensioni di reversibilità si concentrerà il piano di decurtazione stilato da Cottarelli? Cerchiamo di scoprirlo.
Pensioni di reversibilità, piano Cottarelli e Jobs Act Renzi: si agirà sui nuovi flussi
Il Jobs Act di Renzi non ha minimante sfiorato il fronte previdenziale, non prevedendo dunque alcuna particolare statuizione in tema di pensioni di reversibilità; la stessa configurazione attribuita al Jobs Act suggerisce però come il governo paia al momento intenzionato ad investire in settori differenti rispetto a quello della previdenza, una strategia da molti considerata come un ‘autogoal’ dato che chiudere le numerose vertenze aperte in tema di previdenza potrebbe spalancare le porte ad un ricambio generazionale e dunque al riordino del mercato del lavoro pianificato dallo stesso Renzi nel suo Jobs Act.
Ok dunque ai tagli alle pensioni, con Cottarelli ad aver pianificato un introito di circa 100 milioni di euro dal taglio delle pensioni di reversibilità; molto probabilmente, il responsabile della spending review 2014 agirà sulla misura delle spese settoriali, dando il là ad una riduzione percentuale per fasce di reddito sui nuovi flussi previsti per le pensioni di reversibilità da erogare da metà 2014 in poi.
Attualmente, la normativa sulle pensioni di reversibilità prevede che a fruire dell’istituto siano i componenti del nucleo familiare del dante causa.
I possibili beneficiari delle pensioni di reversibilità sono il coniuge del dante causa, i figli, i nipoti, i fratelli celibi e le sorelle nubili, e a ognuno spetta una differente percentuale; una prima ipotesi potrebbe allora consistere nel rivedere tali quote, anche se stando alla valutazione compiuta da Il Sole 24 Ore, Cottarelli sembra più intenzionato ad intervenire sui limiti reddituali che ad oggi producono una decurtazione della pensione di reversibilità spettante, rendendoli più stringenti.
In dettaglio, la pensione di reversibilità è soggetta ‘a riduzione in presenza di redditi del beneficiario, ad esclusione dei casi in cui il nucleo familiare comprende i figli di minore età, studenti o inabili’ statuisce il sito dell’INPS, con lo stesso portale a sottolineare poi le percentuali di riduzione della pensione di riversibilità corrispondenti ad un certo ammontare reddituale.
In particolare, in presenza di un reddito superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, si ha diritto al 25% in meno, con un reddito 4 volte superiore si concretizza invece un 40% in meno, e infine, con un reddito 5 volte superiore si a che fare con un 50% in meno.
Per alimentare la spending review 2014 commissionatagli da Renzi, Cottarelli potrebbe allora decidere di incidere su tali fasce reddituali, fasce che già oggi limitano la quota spettante delle pensioni di reversibilità ai beneficiari, ma come già accennato siamo nel campo delle ipotesi.
Chiudiamo con una curiosità: il lavoro di Cottarelli non sarà di certo semplice, così come intervenire sui dolorosi capitoli di spesa che andranno a costituire la spending review 2014. E lui, Cottarelli, quanto guadagnerà per studiare il programma di tagli? Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore circa 260.000 euro l’anno, a conti fatti poco più di 700 euro al giorno. Mica male…