Dopo lo sciopero inizialmente preannunciato per il 19 maggio scorso dai sindacati confederali, (Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl e Csa) che è stato rinviato al 6 giugno scorso, giornata storica in cui c'è stata un'adesione di circa 24000 dipendenti, ora una nuova agitazione è prevista per il 19 giugno prossimo.

Facendo seguito allo sciopero messo in atto il 14 maggio scorso, per dare continuità all'azione, l'Usb (Unione Sindacale di Base) proseguirà il 19 giugno con uno sciopero generale di tutto il Pubblico Impiego.

La "riforma" della pubblica amministrazione presentata da Renzi e Madia, che sarà contenuta in provvedimenti legislativi post-elettorali ad hoc, non fa che muoversi su basi tracciate dai precedenti governi e ha come punto di arrivo una pubblica amministrazione sempre più priva di funzioni, uno stato sociale ridotto a quel minimo essenziale per garantirne la sopravvivenza, un arretramento non solo in termini salariali, ma anche per quanto riguarda i diritti dei lavoratori del pubblico impiego.

Di fronte ad un panoroma come questo, che trova i suoi riferimenti nel blocco dei contratti pubblici sino al 2020, nella mancata stabilizzazione dei precari della P.A., nella riduzione delle municipalizzate, l'unica risposta plausibile è uno sciopero generale capace di unire le lotte dei lavoratori del pubblico impiego, delle municipalizzate e dei servizi esternalizzati, per difendere il salario, i diritti dei lavoratori e la funzione primaria e necessaria del servizio pubblico.

Per tali motivi la USB Pubblico Impiego ha proclamato uno sciopero generale nazionale di tutta la categoria per il giorno 19 giugno, con manifestazioni regionali nelle più importanti città italiane.

Per quanto riguarda il settore scolastico-educativo, oltre alle incertezze per il salario accessorio, il possibile riassetto organizzativo, c'è malcontento anche per la questione dei nidi a luglio.

A fine maggio si parlava di apertura e possibile spostamento dei bimbi in nidi convenzionati, con evidenti disagi per le famiglie.

Secondo quanto dichiarato recentemente da Alessandra Cattoi, sembrerebbe essere la carenza di disponibilità delle educatrici precarie a far sì che non si aprano i nidi a gestione diretta. L'assessore alla scuola sarebbe ancora in tempo ad accogliere la proposta di inviare una comunicazione ai municipi per far sapere alle famiglie interessate che a luglio si apriranno sia i nidi comunali sia quelli convenzionati (non sono infatti queste le indicazioni date dal suo Dipartimento ai Municipi), così come richiesto non solo dai sindacati ma anche dalla Commissione Scuola di Roma Capitale.

Il Comitato 22 procedure per la giustizia si è unito allo stato di agitazione dei dipendenti capitolini esprimendo attraverso l'ufficio stampa Federica Ragno il suo dissenso circa le assunzioni dei vincitori e degli idonei dei concorsi banditi nel marzo 2010 e conclusi nel 2013.