Nel corso di un'intervista rilasciata a Radio Vaticana, il ministro dell'istruzione Stefania Giannini ha voluto fare alcune precisazioni su quanto detto nei giorni scorsi dal sottosegretario Reggi al quotidiano 'La Repubblica' a proposito della riforma della Scuola, prevista per il prossimo mese di settembre. Vediamo cosa ha dichiarato il responsabile del Miur.


Miur, scuola, ministro Giannini sulle 36 ore settimanali

Lasciando stare quelli che saranno i tempi di approvazione del disegno di legge (Reggi parla di quindici giorni, il ministro prevede più difficoltà), il numero uno del ministero dell'istruzione ha voluto precisare il significato del concetto di 'premialità' che non riguarderà strettamente i docenti 'anziani', quanto i più meritevoli: 'Noi vogliamo portare un principio di ‘premialità’ non necessariamente legato all'anzianità di carriera'.



Altro nodo scottante è quello delle 36 ore settimanali: il ministro, pur frenando sul raddoppio degli orari di lavoro degli insegnanti, conferma l'intenzione del Miur di aumentare l’impegno settimanale. Non si tratta di un'idea 'campata in aria' ha detto il ministro Giannini.  'Tanto è vero che viene chiesto sin d’ora ai rappresentanti dei lavoratori di non mettersi di traverso'.


Miur, scuola, ministro Giannini: 'Sindacati, non difendete privilegi che non ci sono'

Sono state già annunciate manifestazioni di protesta e scioperi e a questo proposito l'opinione del ministro dell'istruzione è chiarissima: 'I sindacati devono farsi essi stessi promotori di un cambiamento culturale e non difendere, in questo caso, privilegi che non esistono - ahinoi! - perché gli insegnanti non sono una categoria privilegiata in Italia, anzi...'.
Il concetto sembra chiaro: non provate a mettervi in mezzo, perchè è inutile difendere privilegi che non ci sono. Eppure, sembra proprio una contraddizione: se gli insegnanti vengono penalizzati da orari di lavoro più duri, non vuol forse dire che si pensa abbiano attualmente dei privilegi? Il ragionamento non combacia.