Sempre più difficile per gli studenti universitari far fronte alle spese e alle tasse imposte dagli atenei statali: ci sono le tasse di iscrizione e di immatricolazione, ci sono quei 'contributi' che vengono chiesti per sostenere i test di ammissione ai corsi a numero chiuso e poi ancora la tassa regionale per il diritto allo studio.
Come indicato da un articolo apparso sul quotidiano 'La Repubblica', le famiglie non ce la fanno più e quasi mai gli studenti riescono a trovarsi un piccolo lavoretto per sopperire a tutte le spese (non dimentichiamo quelle dell'affitto di casa per chi abita lontano).
Negli ultimi dieci anni, gli introiti delle università statali sono aumentati del 57 per cento a fronte di una diminuzione delle iscrizioni scendeva del 7 per cento. In media, attualmente, ogni iscritto all'università è costretto a pagare 1.151 euro contro i 683 euro che si pagavano nel 2003: dati che ci devono far riflettere, per quanto riguarda i sacrifici economici che le famiglie sono costrette a sostenere.
Teniamo presente, però, che le università, oggi, possono beneficiare anche degli introiti derivanti dall'organizzazione dei corsi Tfa (Tirocinio formativo attivo) che si aggirano complessivamente sui venti milioni di euro all'anno; senza contare i corsi di dottorato, specializzazione e i corsi master.
Quali sono le cause che hanno determinato un aumento così marcato delle tasse a carico delle famiglie? Una delle ragioni principali è stata la diminuzione del Fondo di finanziamento ordinario (meno dieci per cento) oltre, naturalmente, al calo delle iscrizioni. Nonostante ci siano in discussione due proposte di legge per rimodulare la contribuzione studentesca - ha detto Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell'Unione degli universitari - ad oggi, il governo, come i precedenti, non ha detto nulla su un tema fondamentale per il Paese'.
Una situazione particolarmente grave per la quale occorre trovare presto un rimedio. Da lodare l'iniziativa che verrà portata avanti dall'Università La Sapienza di Roma che, dal prossimo settembre, provvederà a personalizzare le tasse secondo il proprio Isee, riconfermando, poi, il bonus-fratelli, ovvero uno sconto sulle tasse fino al trenta per cento, calcolato in base al reddito, per chi ha iscritto più figli nello stesso ateneo, nonchè l’esenzione per gli studenti meritevoli.