Quella che era stata annunciata come riforma della PA si è rivelata anche come una riforma delle Pensioni, Renzi e il governo infatti hanno inserito all'interno del DL n. 90 del 2014 una serie di norme che regolamentano l'ambito previdenziale - e in particolare la cosiddetta pensione anticipata - per i dipendenti pubblici.
Avevamo già analizzato l'abolizione dell'istituto del trattenimento in servizio, ora è necessario analizzare un'altra norma contenuta in quella che possiamo definire riforma delle pensioni Renzi e che riguarda coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione anticipata nelle pubbliche amministrazioni.
Questa norma della riforma delle pensioni Renzi riguarda essenzialmente la possibilità di facilitare il turn over nella PA. L'articolo 1, comma 5 del DL n. 90 del 2014 prevede che le pubbliche amministrazioni possano sciogliere in maniera unilaterale il rapporto di lavoro con il dipendente pubblico che abbia maturato i requisiti della pensione anticipata. Il dispositivo funzionerà in questo modo: coloro che hanno raggiunto i 40 anni di servizio entro il 31 dicembre del 2011 potranno essere licenziati, mentre coloro che non hanno raggiunto i requisiti per la data prevista saranno soggetti al regime della riforma delle pensioni Fornero e dunque saranno necessari 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne per raggiungere i requisiti.
Anche questi ultimi, una volta raggiunti i requisiti, potranno essere licenziati in maniera unilaterale dalle pubbliche amministrazioni.
La riforma delle pensioni Renzi prevede allora che i dipendenti pubblici possano essere licenziati una volta raggiunti i requisiti di legge per la pensione anticipata, ma sempre secondo il regime della Circolare della Funzione Pubblica del febbraio 2012 dove si chiariva che le pubbliche amministrazioni non possano risolvere i rapporti di lavoro qualora il dipendente sia soggetto a penalizzazioni.